Comuni frontalieri, serve un nuovo accordo fiscale sui ristorni

Sono molto soddisfatto per l’incontro promosso dal Comune di Varese sul nuovo accordo fiscale per i frontalieri. Ora è necessario ampliare la platea di Comuni di frontiera che possono accedere ai ristorni per allargare il sistema transfrontaliero e renderlo più forte e maggiormente competitivo.

Dall’incontro alle Ville Ponti è emersa una richiesta molto chiara da parte dei molti comuni di frontiera: ampliare la platea di enti locali che accedono ai ristorni dei frontalieri. Occorre andare oltre la soglia del 4% del numero dei frontalieri sul totale della popolazione che impedisce a molti comuni come il nostro di beneficiare di tali risorse.

Come Comune capoluogo, crediamo sia necessario inserire tale proposta nell’ambito del nuovo accordo fiscale. Il comune di Varese, per esempio, ha registrato nel 2020 un numero di frontalieri pari a 2672, ma non raggiungendo la soglia del 4% non riesce ad accedere a tali risorse, di importo corrispondente a 3.5 milioni di euro, che potrebbero essere destinate a investimenti per rendere sempre più attrattiva e competitiva la nostra città. Mi auguro che attraverso l’ascolto dei territori e degli enti locali, come sta ben facendo il Senatore Alessandro Alfieri, si possa superare questo vincolo e che già dal 2022 la Provincia di Varese apra un tavolo col comune capoluogo per programmare e realizzare congiuntamente attraverso i ristorni le opere di interesse generale e infrastrutturale per agevolare i lavoratori frontalieri residenti nella nostra città.

Alessandro Pepe
Consigliere comunale di Varese e presidente della commissione
Rapporti con Regione, Provincia e Comuni limitrofi, confederazione Elvetica