Il consiglio di Varese ha ricordato Maroni. Galimberti: «Bobo sapevi parlare a tutti»

VARESE – Un minuto di silenzio chiamato dal presidente del consiglio Coen Porisini. Tutti in piedi. E poi un lungo applauso. Il consiglio comunale di Varese, in apertura di seduta, ha reso omaggio a Roberto Maroni, morto nella notte di ieri, martedì 22 novembre.

Il saluto del sindaco

Il sindaco Davide Galimberti: «Ho incontrato di persona Bobo poco prima dell’estate quando i segni della malattia era evidenti. Però non ha mai perso anche nello scambio di messaggi la voglia e il desiderio di rifletter, pensare, interloquire ed essere pungente. Ma la cosa più bella è quello che è riuscito a tramandare. Ha ricoperto incarichi apicale nel governo del nostra paese, ma non ha trascurato i figli e, in politica, i giovani. Il fatto che tanti ragazzi abbiano scelto di seguire le idee che lui incarnava è segno del suo successo di uomo prima ancora che di politico. Ho sempre apprezzato la sua capacità di saper parlare con tutti e molti. Anche a coloro e con coloro che non appartenevano alla sua parte politica». E ancora: «Il recupero dell’ex caserma è iniziato con lui e noi ora vogliamo concluderlo e portarlo a termine».

Il ricordo dei consiglieri

Dopo il minuti di silenzio sono stati i capigruppo a ricordare l’ex ministro, ma anche consigliere comunale, poiché fino a pochi mesi fa, nel primo mandato Galimberti, Bobo sedeva proprio in consiglio a Palazzo Estense. E il primo a tracciare il profilo politico e umano del barbaro sognante leghista è stato il “capo delgazione” del Carroccio Matteo Bianchi.

«Maroni – ha detto Bianchi – è stato un politico apprezzato anche fuori dalla Lega. Maroni, chiamato il ragazzo di Lozza, è stato ministro. Ero adolescente quando Umberto Bossi, al governo con Berlusconi da pochi mesi, staccò la spina a quell’esecutivo nonostante le perplessità proprio di Maroni. Bobo è anche colui che portò avanti cambiamenti importanti con il giuslavorista Biagi. Passaggi politici, alcuni dei tanti, che hanno visto Maroni protagonisti. Ma vorrei anche ricordare l’aspetto umano. Nel 2008, quando ero candidato al consiglio provinciale, fu la mamma di Maroni a distribuire i miei “santini” per Lozza. E poi il momento più difficile per la Lega, quello del 2012, quando Varese chiede a Maroni di prendere in mano la Lega. Lo fece e in quel frangente salvò il partito è riuscì a traghettarci in una nuova epoca politica che poi lo vide anche governatore della Lombardia. Infine fu proprio lui a indicare il mio nome come segretario provinciale».

Le sere a parlare di musica e le carte di Cattaneo

Alberto Coen Porisini, presidente del consiglio comunale: «Ho incontrato Maroni sia in momenti istituzionali che in serate tra amici, durante le quali ci siamo fermati a parlare a lungo anche di musica e anche di radio. Di Radio Varese. Uomo ironico, garbato e anche ironico. Ironia che sapeva usare anche nei confronti di se stesso. Pochi sanno che lui ha partecipato alla fondazione dell’associazione Centro internazionale insubrico Carlo Cattaneo e Giulio Preti. E fu lui a interessarsi affinché le carte di Carlo Cattaneo arrivassero all’Insubria dove ancor oggi si trovano e sono custodite. Lo fece senza clamore e perché davvero ci teneva affinché quei documenti che parlano di federalismo arrivassero nella nostra università».

Salvatore Giordano, capogruppo di Fratelli d’Italia: «Uomo straordinario, uno dei pochi che ha saputo interpretare la politica come mezzo di partecipazione. Credo che la figura di Maroni sarà un esempio per tutti a lungo».

Luisa Oprandi, consigliere del Pd: «Vorrei ricordare il valore di una persona che ha sempre saputo gettare il cuore oltre l’ostacolo e ha sempre scelto la politica come momento e come strumento di crescita sociale. Di Roberto Maroni ricordo la correttezza, la cordialità».

Con la voce rotta dall’emozione, il consigliere della Lega Stefano Angei ha ricordato ciò che gli ha lasciato Maroni: «Farò tesoro dei tuoi tanti insegnamenti. Ho solo un grande rimpianto: Non averto visto sindaco della tua Varese».

Giacomo Fisco, capogruppo del Pd: «Nonostante le differenze politiche non abbiamo mai visto in Maroni un “nemico politico”. E’ stato ministro, governatore, consigliere, ma anche padre di tre figli. E io, ho avuto la fortuna negli anni, di conoscerlo innanzitutto come tale. I suoi figli, Cielo, Filippo e Fabrizio, sono e saranno sempre il suo ricordo più bello. Ed è a loro che rivolgo un forte abbraccio e questa citazione “Forse per il mondo sarai solo una persona, ma per i tuoi figli sarai tutto il mondo”. Ciao Bobo».