Coronavirus, 141mila i lavoratori costretti a casa in provincia di Varese

VARESE – Nella provincia di Varese le misure restrittive adottate dal Governo per l’emergenza Covid-19 tengono a casa circa 141mila lavoratori (il 37,6% del totale) di cui quasi la metà, 70mila solo nel settore industriale (55,6% sul totale degli occupati del settore), 23mila nel commercio (46,5%)  e 15mila nelle costruzioni (65,1%). E’ la fotografa realizzata dalla Fondazione studi Consulenti del lavoro.

Scadenze e sostegni

Vera Stigliano Consulenti del lavoro Varese«In questa situazione e con tali numeri diventa urgente la sospensione di tutte le scadenze e degli obblighi diversi dalla gestione delle pratiche di intervento degli ammortizzatori sociali», dichiara la presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Varese Vera Stigliano unendosi alle richieste sottoscritte a livello nazionale da Ancl e Ordine dei Consulenti del lavoro.
«Se non vengono immediatamente presi provvedimenti finalizzati a non aggravare il lavoro degli studi – aggiunge – molti lavoratori non riceveranno in breve tempo gli indennizzi previsti dagli ammortizzatori sociali».

Gli occupati costretti a casa in Lombardia

Sono 1,6 milioni i lavoratori lombardi che hanno sospeso l’attività lavorativa a seguito delle chiusure previste dai DPCM 11 e 22 marzo 2020. Il 28,8% risiede a Milano (464 mila lavoratori), il 15,2% a Brescia (244 mila lavoratori) e il 12,4 a Bergamo (199 mila lavoratori). Complessivamente, su 100 occupati, sono il 37,5% quelli che “restano a casa per decreto”, una percentuale che ovviamente non tiene conto di tutte le attività non rientranti nella lista Ateco, ma che hanno chiuso per scelta propria.

Coronavirus lavoratori provincia Varese

La chiusura per settori

Ben il 42,6% degli occupati interessati dai DPCM lavora nel manifatturiero (687 mila occupati), in primis fabbricazione di prodotti di metallo (11% del totale dei lavoratori che restano a casa), fabbricazione di macchinari (8,1%) e a seguire metallurgico (4%). Complessivamente su 100 occupati nel settore manifatturiero, sono 60 a restare a casa per chiusure obbligate. Le attività commerciali si fermano in larga parte, lasciando a casa 267 mila lombardi (il 16,6% di quanti sono interessati dal decreto), ma anche per i servizi si registra una battuta d’arresto importante: sono 506 mila i lavoratori interessati dal decreto che lavorano nei diversi settori (31,4% del totale), in primis attività di ristorazione (12,1% per 194 mila addetti), e a seguire servizi alla persona, come parrucchieri, centri estetici (4,6%), attività di ricerca e selezione del personale (2,3%), attività immobiliari (2,3%).
Complessivamente, in Lombardia il 37,5% degli occupati è costretta a casa per la chiusura dell’attività economica. La quota più elevata si registra nelle provincie a più alta densità produttiva, come Brescia (45%) e Lecco (44,5%), a seguire Mantova, Bergamo e Como. A Milano, città a forte vocazione terziaria, il blocco delle attività interessa, invece, il 33% degli occupati.

Coronavirus lavoratori provincia Varese

Coronavirus lavoratori provincia Varese – MALPENSA24