Rallentano i contagi, «da martedì» i primi effetti del lockdown. La Lombardia spera

MILANO – I numeri del coronavirus continuano a crescere, ma tornano su livelli meno allarmanti di quelli degli ultimi due giorni: oggi, 22 marzo, i casi positivi sono stati 1.691 più di ieri (quando l’aumento era stato di circa 3200 unità) e i nuovi decessi 361, contro i ben 546 di ieri. Dati sempre drammatici, ma che forse potrebbero lasciar intravedere un primo segnale di inversione di tendenza. «Il momento in cui potremo verificare se le misure prese per il contenimento stanno avendo successo è la giornata di martedì (24 marzo) – fa sapere l’assessore al welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera – ma i dati di oggi comunque ci fanno ben sperare se verranno confermati domani e martedì potremo dire che forse c’è una controtendenza».

I numeri del contagio

I dati di oggi, domenica 22 marzo, «sono come al solito in chiaroscuro, ma oggi più chiaro che scuro, anche se non cantiamo vittoria». In Lombardia, i contagiati salgono a 27.206, 1.691 in più rispetto a ieri, ma «la crescita è quasi dimezzata», come fa notare l’assessore. I ricoverati sono 9.439, con un aumento di 1.181, a cui vanno aggiunte 1.142 persone ricoverate in terapia intensiva (su 1.300 posti letto disponibili), mentre i decessi sono 3.456, 361 in più, ma ieri l’incremento era stato di 546. Gallera ci tiene a sottolineare che «ci sono state anche 5.800 uscite, di persone guarite». E Milano, che nei giorni scorsi aveva fatto preoccupare, nel dato di oggi torna su livelli meno allarmanti, con 424 nuovi tamponi positivi, contro 868 di ieri. Anche la provincia di Varese conferma il suo trend di crescita costante ma stabile, non esponenziale: 386 contagiati totali, 27 in più rispetto a ieri.

Il sistema resiste

Uno spiraglio di speranza, insomma, per quella che, sottolinea l’assessore Giulio Gallera, «è diventata la battaglia di tutti. Oggi in giro non c’era nessuno. La nostra determinazione da qui a breve sarà ripagata». Anche sul fronte sanitario, Regione Lombardia predica fiducia. «La situazione è molto complicata e difficile, ma oggi il sistema riesce a dare risposta». Il progetto dell’ospedale in Fiera procede con «gli operai che lavorano giorno e notte per consentirci di avere i primi moduli». A Malpensa sono atterrati i 53 medici e infermieri cubani che saranno destinati a Crema, e c’è un altro accordo preso dal governo «per far arrivare un gruppo di medici russi». Infine, questa mattina «sono arrivati a Orio al Serio 16 nuovi respiratori acquistati da una onlus che erano rimasti bloccati a Dusseldorf».

Nuovi medici e nuovi farmaci

La grande prova di resistenza del sistema sanitario lombardo può continuare anche grazie all’apporto di nuovi medici: «Sono state più di 3mila – rivela Gallera – le persone tra specialisti, specializzandi e medici laureati che hanno risposto all’appello di Regione Lombardia: di questi 526 sono già stati assegnati alle varie aziende sanitarie lombarde in difficoltà». Forze fresche in attesa degli effetti delle nuove restrizioni introdotte da Regione e governo, e in attesa di nuovi farmaci. Come l’Avigan, l’antivirale giapponese che secondo alcuni video che circolano in rete sarebbe efficace contro il Covid-19: «Il comitato tecnico scientifico dell’Aifa lo esaminerà per decidere chi potrà fare questa sperimentazione – annuncia l’assessore all’economia Davide Caparini – se sarà approvato dal comitato, sarà disponibile per la sperimentazione nei nostri ospedali».

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