Costi e tempi indefiniti: a Sesto troppe domande attorno alla nuova Marna

marna sesto colombo buzzi

SESTO CALENDE – Inizio dei lavori non prima di settembre del 2020 per la nuova Marna, l’opera pubblica più importante al centro dell’amministrazione di Giovanni Buzzi sin dai tempi della campagna elettorale, quando il progetto del nuovo “cuore” di Sesto Calende era stato presentato ai cittadini insieme all’ex sindaco Marco Colombo. Progetto che non ha mai smesso di sollevare dubbi in molti, tra chi – il Circolo Sestese – attorno alla Marna ha organizzato per anni decine di attività, a chi non vede, nella nuova costruzione, le funzionalità adatte ad una società moderna. Domande che Insieme per Sesto e Sesto2030, i due gruppi consiliari di minoranza, non hanno mancato di porre in un’importante Commissione Consiliare Territorio, lo scorso giovedì 5 settembre.

bertinelli sesto 2030 sesto consiglio minoranzaFunzionalità e accessibilità

Archiviata, in un certo senso, la questione relativa al Circolo Sestese e alle altre attività che, fino alla costruzione della nuova Marna, non avranno spazi a disposizione (il Circolo andrà al parco Europa), si entra adesso nella fase del progetto in sé. Che, si ricorda, comprende la costruzione della nuova sede del Csck e la nuova sala polivalente con parcheggio tra il Sempione, la Sp per Angera e il ponte di ferro. Il tutto «benché si tratti di un progetto ancora da approvare in giunta – hanno commentato a margine i consiglieri di Insieme per Sesto – non sarà di fatto suscettibile di modifiche, perché ci è stato fatto intendere che si tratta di scelte politiche». Ma sono molti i punti che hanno sollevato dubbi. Il primo: «Il nuovo edificio sede della Canoa – commentano da IxS – costruito con forte impatto visivo sul fronte fiume, potrà essere destinato esclusivamente a questo sport che necessita di accesso diretto al fiume. Non è previsto il mantenimento della palestra di arrampicata né la presenza di altre funzioni sociali». Il nuovo salone polivalente, capace di ospitare «oltre 400 persone e qualsiasi tipo di attività», è di fatto meno flessibile di quanto si prospettava nel progetto. «Non si vedono tracce di quinte dietro al palco – commenta, nel fare un esempio, Sesto2030 – e i camerini previsti sembrano veramente piccoli: ci si è quindi chiesto come si potrebbero realmente ospitare, per esempio, spettacoli teatrali. In seguito alla richiesta sulle motivazioni per cui non siano previste pareti mobili che permettano di delimitare spazi per utilizzi inferiori alle 400 persone, si sono manifestate le intenzioni della giunta, che ha pensato a questa nuova struttura proprio come ad un’unica “scatola” il più libera possibile. Spettacoli teatrali veri e propri non sono quindi previsti, mentre tutto quello che si poteva fare nella vecchia Marna lo si potrà fare anche qui basterà spostare le sedie e posizionare nello spazio vuoto quanto necessario».

La gestione

Sesto 2030 ha sollecitato riflessioni circa la progettazione inerente l’uso della struttura, con un richiamo anche alle modalità di gestione.

La perplessità è la mancanza di progettualità in merito alle attività che si possano tenere. L’amministrazione ha sottolineato che per opere completamente pubbliche come queste, al pari di rotonde o scuole, non viene redatto un Piano Economico Finanziario che analizzi e preveda proiezioni sulla gestione e i relativi risvolti economici. La nostra domanda, rimane: con un progetto che ora è pari a oltre 8 milioni di euro non si sarebbe potuto fare uno sforzo maggiore nella progettualità di uno spazio che potrebbe diventare focale per la vita futura dei sestesi? Si è voluto replicare in chiave faraonica un edificio che aveva ragione di esistere nel passato ma che non risponde alle esigenze di una società moderna, soprattutto considerando la disponibilità economica a disposizione. E non dimentichiamoci il posizionamento della sala, come noto, infelice: possibile che non si sia trovato un modo di inserire nei lavori il sottopassaggio tanto discusso? Si tratta di un’opera costosa, é vero, ma assicurare l’accesso agevole ad uno spazio che è anche aggregativo (accanto alla sala sarà realizzata una piazza) ci sembra una priorità in un progetto di questo genere, (più di luci esterne particolari, per esempio). […] Pensare alla flessibilità declinandola con la previsione di spazi separabili e lasciando aperte più possibilità a livello tecnico per eventi che richiedono spazi di servizio maggiori, per noi sarebbe stata una scelta maggiormente previdente.

caielli tollini rossi sesto consiglio minoranza colomboI tempi di realizzazione

Quando si potrà vedere finita la nuova Marna? La tempistica di realizzazione dell’opera nel suo complesso «non è stata precisata – continua Insieme per Sesto -. Alle varie domande è stato risposto che si spera che i lavori possano iniziare nel settembre 2020, dopo diversi passaggi burocratici che prevedono la verifica del progetto definitivo da parte di una società esterna, il passaggio in giunta, una conferenza di servizio con gli altri enti coinvolti, il recepimento delle richieste di modifiche, la redazione dell’esecutivo. Da qui si potrà partire con la gara d’appalto e i lavori. Per il completamento delle strutture e il loro utilizzo non sono state date indicazioni». Anche se lo scorso aprile, il capogruppo di maggioranza Colombo aveva concluso la presentazione del progetto promettendo ai cittadini: «Contiamo di consegnare tutto alla città entro dicembre 2021: quell’anno il Natale lo festeggeremo insieme nella nuova Marna».

I costi

Infine, i costi, «già noti e cresciuti nel tempo: dagli iniziali 2-3 milioni di cui si parlava nel 2013, agli attuali 8,2 (compresa la pista ciclabile in fase di realizzazione, ndr), la discussione ha messo in evidenza la mancanza di studi e previsioni sui costi gestione. La giustificazione è stata che trattandosi di opera pubblica la legge non prevede l’obbligo di questo tipo di integrazione progettuale come invece dovrebbe essere secondo un buon criterio di amministrazione.  Intendiamo una analisi sia riguardo ai costi sia riguardo possibili ricavi. In sostanza si stanno realizzando due grandi edifici molto costosi e impegnativi ma ad oggi, dopo 6 anni che se ne parla, nessuno ancora sa dire come saranno gestiti, quanto peserà sul Comune l’onere di funzionamento e manutenzione», sottolinea Insieme per Sesto. Che chiede, concorde con i colleghi di Sesto2030, che il progetto della Marna «non ritorni ora nelle segrete stanze del palazzo ma che sia oggetto di confronto pubblico». «Non è detto che la nuova struttura non sarà capace di rispondere alle esigenze future – conclude Sesto2030 – ma forse sarebbe
stato meglio progettarla analizzando anche le problematiche sociali nascenti, per prevedere spazi che aiutino a trattarle. Dovremo attendere qualche anno per capire la bontà del progetto così studiato e speriamo di non doverci accorgere di limiti seri per il suo utilizzo».

LEGGI ANCHE:

sesto marna dubbi costi – MALPENSA24