Derivati, Busto fa appello. Scontro in consiglio, Cascio: «Esposto alla Corte dei Conti»

BUSTO ARSIZIO – Non è ancora finita la battaglia legale sui derivati con Deutsche Bank: la giunta ha deciso di impugnare l’ultima sentenza del Tribunale di Milano proponendo appello. Lo ha annunciato il sindaco Emanuele Antonelli rispondendo all’interrogazione illustrata dal capogruppo del PD Maurizio Maggioni. La “buona notizia”, dopo gli oltre 4 milioni di spese legali per la causa davanti alla Corte di Londra, è che il Tribunale meneghino ha integralmente compensato le spese di giudizio: il Comune di Busto stavolta ha dovuto scucire “solo” 111mila euro (più accessori) per le spese legali della propria parte, mentre la controparte Deutsche Bank ha pagato le proprie. Ma dall’opposizione Santo Cascio insiste: «Pronto a presentare un esposto alla Corte dei Conti».

Le risposte del sindaco

L’annoso, e costoso, contenzioso sui derivati surriscalda ancora una volta il consiglio comunale. All’interrogazione delle opposizioni, presentata in seguito alla sentenza del tribunale di Milano che ha visto ancora una volta soccombere l’amministrazione comunale, il sindaco Emanuele Antonelli risponde, ancora una volta senza troppo entusiasmo («Abbiamo già risposto per iscritto a Fiore – puntualizza – o non legge o non capisce o non vi riferisce»), ma punto per punto. Sull’origine della causa: «Su esclusiva iniziativa di Deutsche Bank, incardinata nel marzo 2018», pochi mesi dopo che la giunta aveva avviato un doveroso – e ripeto doveroso – monitoraggio sui contratti di swap del 2007. «Un atto dovuto – lo definisce il sindaco – la Corte dei Conti poi ha obbligato tutti a questo tipo di controlli, dopo la sentenza della Cassazione sui derivati». Dall’analisi condotta dalla società Martingale Risk erano emerse «irregolarità» che avevano portato ad aprire una conciliazione stragiudiziale «a cui Deutsche Bank non rispondeva – rivela Antonelli – è bastato chiedere lumi che loro sono partiti con la causa». A Londra. Su questo aspetto il sindaco poi ammetterà: «Io nel 2007 non avrei mai affidato i derivati a una banca straniera con foro di competenza a Londra. Ma non diamo colpe, perché allora questi contratti li hanno fatti in tutta Italia». Sulla causa avviata a Milano per contestare la validità della sentenza londinese, invece, Antonelli fa sapere che per il primo grado il Comune ha «speso 111mila euro» e che «nessuna somma verrà pagata alla controparte». Ora ci sarà un nuovo round in appello: «Considerato il contenuto dell’ordinanza – annuncia il sindaco – la giunta ha approvato proposizione di appello e l’atto citazione è stato notificato a Deutsche Bank entro i termini di 30 giorni».

Cascio e l’esposto

«Errare è umano, perseverare è diabolico – ribatte il consigliere civico del centrosinistra Santo Cascio – ma non è che l’approccio è stato errato e abbia solleticato Deutsche Bank ad anticipare i tempi?». Così torna in auge l’ipotesi, già ventilata in passato, di rivolgersi alla Corte dei Conti per vederci chiaro: «Resto dell’idea di un esposto per danno erariale per tutelare i quattrini dei cittadini che, ignari, spendono, e valutare se è questo approccio che ha causato un danno» ribadisce Cascio. Che fa riferimento alle parole del sindaco in occasione dell’approvazione del bilancio: «Dice ai cittadini di chiedere di meno ma poi il Comune si mette nella situazione di spendere 4 milioni di euro così. Quante cose avremmo potuto fare con quei soldi, e penso ad esempio alle esigenze dell’assessore Paola Reguzzoni».

Botta e risposta

La replica di Cascio fa sbottare il sindaco Antonelli: «Cercate di andare sempre in tribunale ma finora avete sempre perso – e qui forse il riferimento è alla vicenda Coop – forse fa bene a chiedere alla Corte dei Conti se abbiamo sbagliato o se invece siamo partiti prima che gli altri fossero obbligati. Lei dice che siamo gli unici: si informi meglio, anche Milano è a Londra e ha perso. Anche Venezia, Brescia. E quelle che non sono in contenzioso sono obbligate dalla Corte dei Conti in seguito alla sentenza della Cassazione a farlo». E ancora: «Mi faccia conoscere i suoi cittadini così spiego a loro com’è andata e magari capiscono. Quando parla dei “suoi” cittadini mi ha rotto un po’ le scatole, sono stanco di vedere che parlate solo per ideologia. Questa sera ha detto solo delle… No, mi fermo». Poi però, a proposito della Corte dei Conti, Antonelli aggiunge: «Dice che io insulto, ma lei parla di dolo, che è molto più grave – sempre rivolto a Cascio – io so che il dolo è falso, ma che lei non ha studiato è una certezza». Prova a stemperare la tensione Maggioni: «Ci auguriamo che questo appello vada a buon esito, non lavoriamo contro gli interessi della cittadinanza».

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