Elezioni regionali, in provincia di Varese in 700mila alle urne. Allarme astensionismo

VARESE – Dopo una breve campagna elettorale, è il momento di votare per le elezioni regionali. Alle 16 di ieri, 11 febbraio, si sono insediati i seggi nelle 810 sezioni elettorali (di cui 11 ospedaliere) della provincia di Varese. Sono oltre 700mila gli elettori chiamati ad esprimersi per scegliere il presidente di Regione Lombardia e ridisegnare il Consiglio regionale.

L’allarme astensionismo

Sotto osservazione l’affluenza alle urne, a forte rischio astensionismo: dopo due tornate – 2013 e 2018 – in cui le elezioni regionali erano “abbinate” alle politiche (che tradizionalmente attirano molta più attenzione), stavolta si vota solo in Lombardia e nel Lazio. Il rischio è che molti cittadini possano disertare le urne, abbassando notevolmente il dato dell’affluenza, che cinque anni fa in Lombardia si attestò al 73% e in provincia di Varese superò il 71%. Questo potrà essere un fattore anche per l’andamento della “partita” tra le coalizioni. Per fare qualche raffronto, l’ultima elezione regionale non agganciata alle politiche o alle amministrative, quella del gennaio 2020 in Emilia-Romagna, portò al voto il 67% degli elettori, ma cinque anni prima, nel novembre 2014, in una tornata analoga, andò al voto solo il 37% degli aventi diritto.

Chi corre

Ai nastri di partenza ci sono quattro candidati alla presidenza della Regione (l’uscente Attilio Fontana per il centrodestra, Pierfrancesco Majorino per centrosinistra e M5S, Letizia Moratti per il Terzo Polo e Mara Ghidorzi per Unione Popolare), mentre nella circoscrizione della provincia di Varese sono in corsa 92 aspiranti consiglieri, suddivisi su dodici liste. Solo sette verranno eletti consiglieri regionali, al termine dello spoglio in programma lunedì 13 febbraio, subito dopo la chiusura dei seggi, a partire dalle 15.

Come si vota

Si vota domenica 12 febbraio 2023 dalle 7 alle 23 e lunedì 13 febbraio dalle 7 alle 15. Per poter votare, occorre presentarsi al seggio di riferimento muniti di tessera elettorale e di un documento di riconoscimento valido. Ciascun elettore può tracciare uno o due segni sulla scheda elettorale: può votare solo per il candidato Presidente oppure votare solo per una lista (in questo caso il voto va anche al candidato presidente collegato alla lista), o ancora votare per il candidato presidente e per una delle liste collegate oppure optare per il cosiddetto “voto disgiunto”, per un candidato presidente e per una delle liste collegate ad un altro candidato. Con il voto di lista si possono esprimere un massimo di due preferenze, scrivendo nome e cognome dei candidati consiglieri, purché siano di genere diverso.

Il precedente

Cinque anni fa in provincia di Varese aveva votato il 71,08% degli aventi diritto (% regionale): il candidato del centrodestra Attilio Fontana aveva ottenuto il 53,6%, quasi quattro punti in più del risultato complessivo regionale, mentre il portacolori del centrosinistra Giorgio Gori si era fermato al 24,4% e il pentastellato Dario Violi al 18,4%. Sotto il 2% tutti gli altri candidati delle liste minori. A livello di liste, la Lega era stato il primo partito con il 30,7%, davanti a M5S (18,7%), PD (16,9%%) e Forza Italia (13,9%), mentre la Lista Fontana aveva ottenuto il 3,7% superando Fratelli d’Italia (2,9%).

I consiglieri uscenti

Furono eletti tre consiglieri della Lega (Francesca Brianza con 4.775 preferenze, Emanuele Monti con 2.536 e Marco Colombo con 2.332), uno di Forza Italia (Angelo Palumbo con 3.718) e uno della Lista Fontana Presidente (Giacomo Cosentino con 1.403) per la maggioranza di centrodestra, uno del PD (Samuele Astuti con 5.068 preferenze) e uno del Movimento Cinque Stelle (Roberto Cenci, con 474) per l’opposizione di centrosinistra. Degli uscenti, solo Colombo e Palumbo hanno rinunciato al “bis”, gli altri cinque sono di nuovo in pista per la riconferma.

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