Il destino di Conte e il dualismo con Eriksen. Ne abbiamo parlato con Fabrizio Biasin che durante la trasmissione “Vaccaronni” su Twitch e Youtube ha spiegato retroscena e aspettative. Il destino di Conte non è per nulla scontato, forse quello di Eriksen sì. Salvo miracoli che nel calcio a volte capitano.
Conte non è in bilico
“Il futuro di Conte – ha rilanciato Biasin – non è assolutamente scritto. Intanto perché siamo in un periodo storico molto particolare per cui se uno ha un contratto, prima di abbandonarlo, non ci pensa solo 100 volte, ma due miliardi di volte. Non escludo nulla, anzi, secondo me è molto probabile che anche l’anno prossimo Conte sia ancora l’allenatore dell’Inter. Tutto ovviamente dipenderà da come andranno le cose sul campo, perché se poi l’Inter andrà avanti a singhiozzo come abbiamo visto in questo avvio di stagione, allora forse sarà la proprietà a porsi il problema. Le possibilità di vederlo lontano dall’Inter sono pochissime con la stagione in corso, ma sono poche anche a fine anno”.
Conte vs Eriksen
Poi sul dualismo Conte-Eriksen quello di Biasin è soprattutto un auspicio: “Sono molto dispiaciuto – ha spiegato il giornalista di Libero – per quello che sta accedendo con Eriksen perché lavori anni e anni per arrivare a un certo tipo di giocatori e quando poi ce la fai a raggiungerli ti ritrovi a non sapere dove metterli. Un allenatore bravo come Antonio Conte dovrebbe riuscire a trovare una collocazione per un giocatore forte come Eriksen. Anche Eriksen ha le proprie responsabilità perché non ha giocato benissimo le volte in cui è stato chiamato in causa. Secondo me è una questione di non volersi intendere tra allenatore e giocatore. Dovrebbero farsi una chiacchierata, ma mi rendo conto che in questo momento siano due parti difficilmente conciliabili. Spero solo in un miracolo e cioè che Eriksen debba giocare, perché non c’è nessun altro, contro Torino e Real e convinca il suo allenatore delle proprie capacità e che a gennaio si possa andare insieme, ma mi rendo conto che oggi è complicato”.