Fagnano, Stevenazzi bacchetta Michelon e lascia l’aula: «Parole inaccettabili»

L’opposizione di centrodestra: Stevenazzi, Bossi e Almasio

FAGNANO OLONA – L’accusa rivolta dal vicesindaco Michelon al consigliere Carlesso di “essere qui per perseguire i tuoi interessi personali”, ma anche il verbale incompleto che non riporta la frase incriminata. E Piera Stevenazzi, conigliere di Fagnano Tricolore che, con la pacatezza che la contraddistingue, legge il suo intervento, abbandona l’aula e piazza una zeppa mica da ridere sull’immagine “patinata” della maggioranza.

Maggioranza che messa alle strette, un po’ incassa in silenzio, un po’ attacca con il sindaco e un po’ si arrampica sugli specchi per difendere l’indifendibile, ovvero che quella frase ingiuriosa è stata pronunciata. Con Donato Mauro (l’esperienza non è acqua) abile a vedere lo spiraglio d’uscita e a tirar fuori le castagne dal fuoco.

Un passo indietro

Quanto accaduto ieri sera (venerdì 30 luglio) in consiglio ha la sua genesi nella commissione Bilancio di qualche giorno fa. E’ lì che si è consumato il duello verbale tra l’assessore Michelon e il consigliere Carlesso. Certo lo scambio di accuse non si è limitato alla infelice frase pronunciata dal vicesindaco. Carlesso infatti ha definito l’assessore “una bulla nei miei confronti”. Cosa che ha anche confermato in seduta consigliare.

Sta di fatto che la rissa in commissione sembrava sopita. Ormai se ne parlava solo nei corridoi della politica. E a riportarla al Castello è stata Piera Stevenazzi, la quale indignata per l’accusa rivolta a Carlesso ha difeso le figure istituzionali: «Nessuno di noi credo, sia qui per interesse personale» e ha messo l’accento sulla gravità dell’accusa.

Seduta imbarazzante

Sul filo del caos

Al termine della lettura di Piera Stevenazzi, la quale ha abbandonato l’aula sentendosi presa in giro per quella bozza di verbale incompleta, il consiglio prende fuoco. Le parole della consigliera di Fagnano tricolore bruciano, ma le fiamme impiegano un qualche minuto a divampare.

Verbale incompleto

C’è stato un tempo in cui al Castello sparivano le pergamene dell’Unità d’Italia, le chiavi della sala Pro Loco e i mixer usati nelle feste. Oggi, a sentire quanto letto dal consigliere Stevenazzi, che ha denunciato una relazione incompleta, spariscono le frasi “scottanti” dai verbali.

«Vanno messe e le riporteremo», garantisce il sindaco. «A fronte di una richiesta devono essere inserite», spiega il segretario comunale. «Mancano, ma non per le pressioni del vicensidaco», puntualizza il funzionario verbalizzatore.

Insomma le fiamme si allargano. Butta male per Siamo Fagnano, nel senso che a quel punto basta un niente per trasformare una seduta che inizia a scottare in una riunione incandescente e ingovernabile. Il sindaco Marco Baroffio fiuta questa rischio e prova a metterci una pezza: «Sospendiamo il consiglio per il chiarimento, oppure andiamo avanti». Surclassato però dal presidente dell’assise Caprioli, la quale imbeccata dal segretario comunale, propone di rendere segreta la seduta.

Cosa c’è di segreto?

Perché “segreta” risulta incomprensibile. Lo scambio di frasi poco gentili sono di dominio pubblico. E così, sul filo del caos, arriva la. mano tesa che non ti aspetti: quella del consigliere di opposizione Luciano Almasio. Il quale fa asse con il capogruppo di maggioranza (apparso imbarazzato o forse annoiato dall’ennesimo scazzo). Il forzista si rivolge direttamente a Donato Mauro (quasi fosse lui ad avere in mano il timone “sotto coperta”) e gli propone: «Stoppiamo la discussione e vediamoci a breve per chiarire la questione».

Mauro, vecchia volpe, coglie l’assist al volo: «Abbiamo registrato quanto detto dalla Stevenezzi, abbiamo registrato le altre frasi, serve un approfondimento e un chiarimento. Ma andiamo avanti». La seduta prosegue, a temperature più umane. Ma tra le minoranza c’è già chi medita di chiedere le dimissioni dell’assessore.