Fontana: «Confortano i numeri. Pronti a chiedere zona Arancio per la Lombardia»

VARESE –  «Siamo pronti a chiedere che la Lombardia torni in Zona Arancio. I dati che abbiamo in mano sono confortanti e se non peggiorano nei prossimi giorni, venerdì faremo richiesta». L’ha detto il governatore Attilio Fontana, in diretta via Zoom con Aime Varese e rispondendo alla prima domanda di Matteo Inzaghi, direttore di Rete 55 che ha condotto l’intervista.

Zona Arancio e vaccini

Il presidente di Regione Lombardia è stato ospite dell’odierno incontro del ciclo di appuntamenti organizzato da Aime dal titolo “7 domande in 70 minuti“. Una diretta durante la quale Fontana ha toccato tutti i temi di stretta attualità: pandemia, vaccini, economia, Malpensa.

L’incontro, condotto da Matteo Inzaghi, è subito entrato nel vivo con la questione della riapertura di molte delle attività ancora ferme al palo. Quando? «Tutto ruota dai vaccini e dalla percentuale dei vaccinati – ha spiegato Fontana – Si potrà iniziare a parlare di normalità quando avremo vaccinato un buon numero di lombardi. Siamo prossimi al milione e ottocentomila persone vaccinate in Lombardia. Non dimentichiamo che il motore della macchina vaccinatoria sta viaggiando a scartamento ridotto perché manca la materia prima. Ho girato molte città della Lombardia e ho trovato centri vaccinali pronti ad accelerare».

Un buon punto di partenza e una speranza, attesa da tutti: il cambio di zona per iniziare a uscire dall’impasse: «In questo momento posso confermare che i numeri sono in miglioramento. E venerdì spero che la Lombardia possa ritornare in Zona Arancio. O per lo meno i dati, se non peggiorano, vanno in questa direzione».

Malpensa, il derby con Linate e il futuro

«La situazione di Malpensa preoccupa – ha dichiarato il presidente – e in più c’è il derby con Linate. Un rapporto spinoso quello tra i due aeroporti. Lo Scalo delle Brughiera però ha  dimostato di avere una grande forza nonostante i colpi bassi che ha subito. Ora deve ripartire. ma per farlo serve che ripartano economia, turismo e vita normale. Quello di sabato, la partenza del volo covid free per New York è stato un messaggio importante. Un volo che è tornato a collegare due mondi economici molto importanti. E che ha confermato che c’è voglia di tornare alla normalità».

Regioni, serve più autonomia

Il rapporto Stato – Regioni è stato uno dei motivi di frizioni e polemiche in questo anno di pandemia. Attilio Fontana non lo nega, ma difende la libertà e l’importanza decisionale della Regione. «Di tutte le Regioni che un anno fa si sono riunite e hanno riscritto le regole per le riaperture, che in caso contrario avrebbero creato una situazione meno gestibile. Le Regioni hanno lavorato in quest’anno di pandemia per il bene dei cittadini. Anzi, credo che occorra maggior autonomia per le Regioni. Senza escludere che, su alcuni temi, è corretto che sia lo Stato a mantenere le competenze. L’autonomia però è fondamentale. Basta ricordare, senza troppe polemiche, che molte comunicazioni ci sono arrivate dal governo sempre in maniera tardiva».

Progettare e anticipare il futuro

Altro tema messo sul tavolo da Matteo Inzaghi è stato quello del Recovery: «E’ chiaro che il cuore del Recovery deve essere l’impresa. Le risorse devono arrivare, ma devono anche essere ben investire. Dobbiamo essere noi a progettare il tipo di società che vogliamo. Non deve passare il concetto che sarà importante solo spendere i soldi che arriveranno. Bisogna studiare dove investire pensando a quale società vogliamo costruire per il futuro».

Lega e piazze calde

Non è mancata la domanda sulla posizione della Lega al Governo e sul ministro varesino Giancarlo Giorgetti: «La Lega e l’intera classe politica si stanno giocando tutto – ha detto Fontana – Sono convinto che il mio partito sta dando una serie di risposte concrete e penso che il ministro Giorgetti stia facendo un lavoro delicato, complicato e fondamentale per il rilancio del Paese. Non dobbiamo sbagliare niente, solo così l’Italia può uscire addirittura rafforzata».

Certo non mancano i motivi di preoccupazione: la situazione economica, ma anche quella sociale sta diventando esplosiva. Lo dimostrano le piazze che si stanno di nuovo riempiendo e dove non sono mancati momenti di grande tensione. «Significa che l’esasperazione inizia a essere a un livello di guardia preoccupante. Dobbiamo capire che tante preoccupazioni derivano da incertezze economiche e di lavoro, ma anche dal disagio personale causato dalla pesante situazione che stiamo vivendo da un anno a questa parte».

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