Frana Luino, il sindaco: «Serve intervento strutturale, chiediamo aiuto alla Regione»

Il materiale franato alle spalle del condominio di Creva

LUINO – Dopo la frana di stamattina, giovedì 5 gennaio, trascorreranno la notte presso familiari o strutture di accoglienza i residenti del condominio di Creva a Luino sfiorato dalle rocce, che hanno anche raggiunto la struttura con delle piccole schegge. L’amministrazione comunale è al lavoro in queste ore per definire i primi lavori di urgenza per mettere in sicurezza il fronte roccioso. Ma per una soluzione di lungo termine servirà un intervento strutturale. «Il Comune non può affrontare questa cosa da solo», sottolinea il sindaco Enrico Bianchi, che auspica la collaborazione degli enti superiori.

Condominio evacuato

Una dozzina di condomini trascorreranno la notte presso parenti e amici, mentre altrettanti saranno alloggiati in un hotel di Luino e una residenza di Castelveccana. Ad essere evacuato è stato solo il condominio situato davanti al fronte franoso (lo stesso dell’evento di aprile), ma anche alcuni residenti del palazzo gemello hanno deciso spontaneamente di lasciare il proprio appartamento in via temporanea. Ci vorrà qualche giorno prima che potranno fare ritorno nelle loro abitazioni: i lavori per ripristinare l’area si preannunciano particolarmente complessi. Dopo aver visto la situazione da vicino sul posto il sindaco Enrico Bianchi si è spostato in ufficio tecnico, dove oggi pomeriggio sono in corso le valutazioni con i tecnici sulle operazioni da svolgere nei prossimi giorni. «Purtroppo – esordisce il primo cittadino – l’evento cade proprio in un giorno prefestivo prima di un ponte: fare intervenire tutti immediatamente sarà difficile».

Serve un intervento strutturale

La prima operazione da effettuare sarà il disgaggio della parte rimasta pericolante, che per motivi di sicurezza deve essere effettuato in assenza dei condomini. Quindi andrà svuotato il vallo tra i paramassi e il fronte roccioso. Ma non finirà qui: la barriera paramassi è stata danneggiata e andrà quindi ripristinata in quanto non è più in grado di svolgere la sua funzionalità. Oltre ai lavori urgenti per una soluzione a lungo termine servirà dunque un intervento strutturale importante, complesso sia in termini tecnici che burocratici e di costi. «È una situazione che va sistemata in maniera definitiva – osserva il sindaco Bianchi – la porteremo all’attenzione della Regione, un comune non può affrontare questa cosa da solo. Sono coinvolte tra l’altro due aree private: la parete rocciosa ha una proprietà e l’edificio un’altra».

1800 metri cubi caduti

Rispetto alla frana di aprile la frana è già solo visivamente più consistente, con i massi franati che hanno dimensioni più grosse. Simile nel complesso il volume di roccia caduta: una prima stima è di 1500-1800 metri cubi. E potrebbe non essere finita qui: nell’ambito del crollo di stamattina sono rimasti in parete dei volumi in stato precario di stabilità, che saranno rimossi con le operazioni di disgaggio o potrebbero anche cadere autonomamente. «Quella di Creva è una frana attiva – commenta il geologo del Comune Fabio Meloni – anche nel piano di assetto idrogeologico e nelle cartografie è classificata così. Per evitare che si ripeti il problema servirà un intervento definitivo di messa in sicurezza». I lavori svolti dopo la frana di aprile intanto hanno portato i loro frutti, evitando che oggi si verificasse una situazione peggiore. «Il vallo era stato svuotato completamente: altrimenti tutto quel volume sarebbe caduto addosso al fabbricato. Quell’opera di urgenza ha aiutato tantissimo in questo caso».

Le parole di Astuti e Foroni

Sul tema interviene il consigliere regionale uscente del Pd Samuele Astuti.

Quanto è accaduto oggi è gravissimo e purtroppo non rappresenta un caso isolato. Un analogo episodio era accaduto il 25 aprile del 2022. Da tempo denuncio, raccogliendo il grido d’allarme dei sindaci, la necessità di intervenire in un territorio bellissimo ma fragile, soggetto a un forte rischio idrogeologico. Nella sessione di bilancio del dicembre scorso avevamo presentato un emendamento del valore di 100mila euro da destinare al Comune di Luino per le opere urgenti di ripristino della funzionalità del vallo paramassi, proprio a monte del fabbricato di via Creva, coinvolto oggi dallo smottamento. La Lega e i suoi alleati hanno respinto la nostra richiesta, ignorando quella che per il luinese è ormai un’emergenza. Per me il dissesto idrogeologico è da sempre una priorità e lo sarà, con ancora più forza nella prossima legislatura.

In serata ha diffuso una nota anche Regione Lombardia, con le parole dell’assessore al territorio e Protezione Civile Pietro Foroni.

Regione Lombardia sta monitorando la situazione ed è in costante contatto con l’amministrazione comunale. Al sindaco abbiamo detto che siamo pronti a farci parte attiva mettendo a disposizione risorse economiche per realizzare eventuali opere strutturali, come avvenuto in precedenza. Così come a garantire il ripristino delle normali condizioni di sicurezza. Valuteremo inoltre in che modo poter contribuire all’assistenza delle persone ad oggi sfollate. Nessuna richiesta di attivazione della Protezione Civile al momento, né a livello regionale né a livello provinciale, è pervenuta in relazione alla caduta di massi.

Nuova frana in serata

E nella serata di oggi, 5 gennaio, si è verificato un nuovo distacco di materiale nell’area di pertinenza dello stabile già evacuato in mattinata. Sul posto è intervenuta una squadra di Vigili del fuoco dal locale distaccamento, il sindaco della città lacustre ed è atteso il geologo. Dai primi rilievi il distacco ha riguardato la porzione di area già interessata dal movimento franoso di stamattina e già interdetta. Tuttavia sono in corso ulteriori accertamenti.