Frode fiscale, inchiesta su Brt e Geodis: sequestro da 102 milioni

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MILANOBRT e Geodis, società di trasporti e logistica, sono finite al centro della bufera per una maxi inchiesta della Procura di Milano, che ha portato al sequestro urgente di 102 milioni di euro, e che riguarda i ‘serbatoi di manodopera’, ovvero i lavoratori della logistica messi a disposizione da società intermediarie per le due grandi aziende. L’ipotesi di reato è frode fiscale. I sequestri, eseguiti dal nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Milano, riguardano 44 milioni di euro sequestrati a Brt, 37 a Geodis e 21 milioni a una intermediaria.

Le Indagini

Frode fiscale e compensazione di crediti inesistenti sono i reati sui quali indagano le fiamme gialle milanesi, coordinate dal pm Paolo Storari, relativamente ad alcune operazioni delle due società, indagate per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Secondo gli accertamenti, come per la passata indagine su DhL sempre di Storari, anche in questo caso, é emersa “una complessa frode fiscale caratterizzata dall’utilizzo, da parte delle multinazionali, di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore”.

Il sequestro

Il sequestro d’urgenza é stato disposto anche per Antonio Suma, titolare di società intermediarie nel meccanismo di presunta frode fiscale. Dalle indagini sulle società fornitrici di manodopera, è venuto fuori che “alcune di esse hanno effettuato indebite compensazioni di imposte con crediti fiscali inesistenti”. Storari, che già in passato aveva portato a termine un’indagine su DhL e Gls, ha scritto nelle carte giudiziarie che “gestione di Brt non si distanzia da Dhl e Gls”, ma che, “anzi, sotto più punti di vista il fenomeno pare addirittura più grave”. Secondo il magistrato la condotta posta in essere da Brt di carattere fraudolento dura (almeno) dal 2016 e ha comportato ingentissimi danni all’Erario”. Infine, si legge nel decreto, “nessuna tutela per i lavoratori, ‘costretti’ a passare da una cooperativa all’altra, pena la perdita del posto di lavoro”.

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