Gallarate, aumenti dello stipendio degli amministratori: anche il Pd è d’accordo

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Il capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale, Giovanni Pignataro

GALLARATE – «L’aumento dello stipendio del sindaco? Dire che è sbagliato sarebbe facile e populistico. Certo, l’incremento è significativo, ma sarebbe anche ora di affrontare la questione senza false ipocrisie. Un sindaco non può prendere meno di quanto guadagni un dirigente di un’azienda privata». E’ questo il commento a caldo di Giovanni Pignataro, consigliere di opposizione e capogruppo del Partito democratico.

Impopolare

Nella presa di posizione del capogruppo dem in consiglio non c’è liturgia politica o “gioco delle parti”. «Perché la questione della retribuzione del sindaco – dice Pignataro – è tema serio e va affrontato anche a costo di essere impopolari. Lo scadimento della nostra classe politica, e per nostra intendo quella italiana più in generale (il ragionamento non è strettamente riferito all’ambito gallaratese, ndr), è anche dovuto al fatto che la remunerazione per l’attività del sindaco o di assessore non è paragonabile nemmeno lontanamente a quella di un dirigente d’azienda».

E lo spirito di servizio di cui molti, furbescamente, si riempiono la bocca? «La questione non è quella – continua Pignataro – la verità è che un sindaco, rispetto all’impegno quotidiano e alle responsabilità che deve affrontare, prende troppo poco. L’aspetto economico non dovrebbe essere preponderante nella scelta di impegnarsi per la comunità, ma non si può nemmeno pensare che uno, prima di dare la propria disponibilità, non faccia qualche conto».

Basta scappati di casa in politica

Insomma, per Pignataro sarebbe facile urlare allo scandalo. «Certo – conclude – l’aumento applicato è significativo. Ma è anche vero che, se non si rimedia a questo squilibrio, ci sarà ben poco da scegliere e sarà sempre più probabile ritrovarsi con “scappati di casa” che scelgono l’impegno politico. Credo che i tagli debbano essere applicati a chi ha meno responsabilità, come i parlamentari, e non agli amministratori locali».