Giardino di Legnano intitolato alla Merini, “folle” poetessa che “scatenava tempesta”

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LEGNANO – La toponomastica di Legnano continua ad aggiornarsi. Due settimane dopo l’area verde nell’Oltrestazione intitolata all’8 Marzo-Giornata Internazionale della Donna, è la volta di quella nell’Oltresempione tra le vie Anna Frank e Monte Cervino che da oggi, martedì 22 marzo, porterà il nome della poetessa milanese Alda Merini (1931-2009). L’intitolazione (nelle foto) è avvenuta in occasione della Giornata mondiale della poesia, dando così seguito all’approvazione ad opera del Consiglio comunale di una mozione proposta esattamente un anno fa dal Gruppo Toia Sindaco.

I suoi versi letti e… sugli alberi

Presenti alla cerimonia il sindaco, Lorenzo Radice, l’assessore all’istruzione, Ilaria Maffei e il capogruppo Francesco Toia, oltre a Donatella Massimilla, responsabile dello Spazio “Alda Merini-Casa delle Arti” e alcune classi delle scuole primarie Manzoni e Pascoli e della scuola secondaria di primo grado Tosi, con i rispettivi docenti e il dirigente scolastico Salvatore di Bella. La biblioteca civica “Augusto Marinoni” di via Cavour ha allestito spazi con testi di Alda Merini e con libri per ragazzi.

Così scrisse di sé la grande autrice in una delle sue più celebri poesie: “Sono nata il ventuno a primavera / ma non sapevo che nascere folle, / aprire le zolle / potesse scatenar tempesta…”. I suoi versi sono stati scritti su cartoncini colorati appesi agli alberi del giardino e letti da attrici scelte dallo Spazio Merini e dagli alunni delle scuole dell’Istituto comprensivo Manzoni.

Radice: «Autrice simbolo della diversità»

«Questa – ha detto Radice nel corso della cerimonia rivolgendosi ai bambini – è la terza intitolazione di spazi verdi della città dall’inizio dell’anno (l’altra è stata in febbraio a San Paolo per i martiri delle foibe, nda). Alda Merini girava il suo quartiere di Milano, i bar e chiacchierava con le persone per trarne ispirazione. Non solo una poetessa e scrittrice, ma una persona che ha sofferto tanto e questo la rende ancora più speciale. Fu sottoposta a vere e proprie torture per la sua malattia psichiatrica, perché non si voleva accettare la sua diversità. I diversi erano presi per matti. Così, la poetessa è diventata un simbolo di resistenza verso chi vuole eliminare la diversità. Oggi – ha aggiunto il sindaco – impariamo ad accogliere la diversità e a vederla come una risorsa preziosa. Per questo, nei prossimi mesi intitoleremo stavolta un ponte a Basaglia, che chiuse i manicomi che erano diventati vere e proprie prigioni. Grazie per tutti i loro versi con cui i poeti ci fanno scoprire la bellezza che è dentro di noi e intorno a noi».

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