Dieci anni di botte e minacce alla moglie: arrestato gallaratese di 49 anni

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GALLARATE – Maltrattamenti e violenze sarebbero andati avanti dal 2012 con un coltello puntato alla gola della vittima in un’occasione e l’auto della donna speronata e buttata fuori strada in un’altra. Negli anni le denunce erano state ritirate per paura. Sino allo scorso febbraio quando la vittima ha detto basta andando sino in fondo. L’ex marito adesso è in carcere.

Nella giornata di ieri, martedì 8 marzo, il Commissariato di polizia di Stato di Gallarate ha arrestato un 49enne gallaratese accusato di aver maltrattato, per anni, la sua ex moglie e madre di suo figlio.

Dieci anni di maltrattamenti

La vittima, che avrebbe sopportato soprusi e violenze a partire dal 2012, dopo aver più volte denunciato e poi ritrattato per paura di ritorsioni, il mese scorso ha coraggiosamente formalizzato denuncia davanti ai poliziotti tratteggiando un quadro di abituali vessazioni praticate dal suo ex marito descrivendo un sempre più frequente ricorso alla forza fisica, culminata in un preoccupante livello di brutalità nell’ultima lite dello scorso febbraio, scaturita fra i due per futili motivi, durante la quale l’uomo, dopo aver pesantemente insultato la sua ex moglie, ha iniziato a colpirla ripetutamente procurandole lesioni con una prognosi iniziale di 30 giorni.

Struttura protetta

Il coraggio e la fiducia che gli agenti sono riusciti a guadagnarsi, ha portato la donna, apparsa molto fragile ed emotivamente provata, a ricostruire una triste e travagliata storia coniugale, fatta di violenze fisiche e psicologiche che duravano da diversi anni; episodi di una gravità tale da convincerla, a spostarsi insieme al figlio, in una località protetta.

Casa sfasciata

La donna ha tratteggiato un quadro di abituali vessazioni che avevano addirittura inizio nel lontano 2012, alternati a momenti di tranquillità, ma che tuttavia delineavano, già a quei tempi, l’indole violenta dell’indagato che spesso si palesava con danneggiamenti dell’arredamento dell’abitazione familiare, dei telefoni in uso alla compagna, dei capi di abbigliamento ed in corse folli in auto che culminavano con l’abbandono della donna sul ciglio della strada.

Coltello alla gola

Gli episodi più significativi si sarebbero verificati a partire dall’anno 2017, ove in un’occasione, per futili motivi probabilmente legati ad incomprensibili motivazioni di gelosia, la donna sarebbe stata malmenata violentemente dal compagno il quale, non contento, dopo averla colpita con calci e pugni, l’avrebbe minacciata di morte puntandole un coltello alla gola; in questo caso la vittima, dopo aver querelato l’uomo a seguito anche di un referto medico di 30 giorni, per paura di ritorsioni e nella errata convinzione di salvaguardare il bene di suo figlio, ha cambiato la versione dei fatti sostenendo di essersi procurata le ferite scivolando in casa.

Speronata e buttata fuori strada

E ancora nel settembre del 2021, non accettando la fine della loro relazione, l’uomo alla guida della propria auto e con a bordo il figlio, avrebbe speronato deliberatamente l’auto della donna sbalzandola contro un’inferriata; anche in questo caso, la donna ha ritirato la querela già formalizzata a seguito delle minacce che l’uomo avanzava nei suoi riguardi e verso i suoi familiari. L’uomo ha reiterato condotte sopraffattrici, umilianti e violente anche alla presenza del figlio di pochi anni, così determinando un forte e concreto pericolo per la incolumità della donna e dell’intero nucleo familiare, compreso il padre della donna, reso oggetto di pesanti minacce di morte.

Arresto e carcere

L’attività di indagine degli agenti del commissariato e coordinata dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, ha ricostruito anni di gravi vessazioni, violenze fisiche e psicologiche, che unite ad una forte inclinazione al delitto dimostrata dall’uomo, ed al pericolo concreto di reiterazione, hanno reso inevitabile la richiesta della misura cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari. Portato in carcere a Busto Arsizio, l’uomo dovrà rispondere dei reati di maltrattamenti contro familiari e conviventi, lesioni e minacce aggravate. 

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