GALLARATE – Nino Caianiello, l’ex Ras di Forza Italia in provincia di Varese, arrestato nel maggio 2019 a chiusura dell’inchiesta Mensa dei poveri perché considerato il burattinaio di un presunto sistema di mazzette e appalti e nomine pilotate ha ottenuto il reddito di cittadinanza. «Non ho più una lira – conferma a Malpensa24 – Mai avuto soldi o fondi segreti: tutto il denaro è sempre stato utilizzato per fare politica, non per spese personali. Non ho alcuna fonte di reddito: ho fatto richiesta del reddito di cittadinanza. Richiesta che è stata accolta: da un mese percepisco un assegno da 500 euro».
La decima versata dai professionisti
La notizia è riportata oggi, martedì 27 aprile, dai quotidiani La Repubblica e Il Fatto Quotidiano e a confermarlo è appunto lo stesso Caianiello. Che proprio ieri, lunedì 26 aprile, davanti al Gup di Milano Natalia Imarisio ha chiesto di patteggiare una pena a 4 anni e 10 mesi con risarcimento del danno per i reati corruttivi contestati in Mensa dei poveri. Secondo l’accusa l’ex leader degli azzurri in provincia di Varese avrebbe incassato tangenti che oscillavano tra il 7 e il 10% (nell’ordinanza si parla di una vera e propria decima) dai professionisti che grazie al suo intervento politico ottenevano incarichi in enti pubblici.
Cerco lavoro non ho una lira
Caianiello, che aveva dichiarato nei mesi scorsi di non voler più avere nulla a che fare con la politica e di volersi impegnare nel sociale, oggi si professa povero. Gli inquirenti non hanno mai trovato ingenti capitali sui suoi conti correnti, anzi. Si era parlato di un tesoretto nascosto in un fondo svizzero ma il denaro non è mai stato trovato. «Cerco lavoro – spiega – Ma a 63 anni chi mi assume? Ho chiesto di patteggiare, ma anche se mi sarà accordata una pena a 4 anni e 10 mesi dovrò comunque svolgere lavori socialmente utili. Un altro ostacolo per ottenere un impiego. Se qualcuno volesse darmi una possibilità io sono disponibile».