Gallarate, Forza Italia senza poltrone chiederà al sindaco solo “segnali concreti”

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GALLARATE – Nessun rimpasto in agenda, ma Forza Italia ad Andrea Cassani chiederà qualche segnale concreto sul fronte amministrativo. Fatti, insomma, non poltrone. Che peraltro è l’intendimento che la delegazione azzurra avrebbe condiviso con lo stesso sindaco nel faccia a faccia (quello che, per dirla con le parole del commissario di FI Gigi Farioli, non era stato “un tè coi pasticcini“) che aveva preceduto i due consigli comunali dedicati al bilancio e alla mozione di sfiducia al sindaco Cassani.

Nessun rimpasto in agenda

«A sei mesi dall’ultimo rimpasto non ho intenzione di sostituire nessuno». Il sindaco di Gallarate Andrea Cassani, nella conferenza stampa di fine anno, lo ha detto a chiare lettere. Bruciando così le ambizioni che, sottotraccia ma non troppo, coltivava qualche azzurro, di poter rivendicare un ritorno nella stanza dei bottoni dopo aver mostrato fedeltà alla maggioranza di centrodestra nella battaglia all’ultimo voto della mozione di sfiducia. Il gruppo di Forza Italia, che ai primi di giugno aveva perso ogni rappresentanza nell’esecutivo con le dimissioni di Isabella Peroni e Moreno Carù (giunte qualche settimana dopo la revoca delle deleghe all’altro esponente azzurro in giunta, Alessandro Petrone, finito in manette il 7 maggio nell’ambito dell’inchiesta Mensa dei Poveri), finora ha sempre ufficialmente assicurato lealtà all’accordo politico al di là della presenza di poltrone in giunta.

L’ottavo assessore che non c’è

Ma nelle fibrillazioni che hanno attraversato gli azzurri negli ultimi mesi – portando alle defezioni di Giuseppe Lorusso, in direzione Fratelli d’Italia, e di Leonardo Martucci, che ha abbandonato la maggioranza votando per la caduta dell’amministrazione Cassani – tra chi è rimasto e ha confermato la fiducia al sindaco leghista pare che ci fosse l’intenzione di rivendicare un rientro in giunta, per certificare una ripartenza in vista del 2021. In realtà, però – si sussurra tra gli azzurri – «l’ipotesi di un assessore in quota Forza Italia», nel caso plausibilmente pescato dalla società civile, sarebbe stata unicamente «una delle ipotesi ventilate al tavolo politico». Rimasta realmente sul tavolo della discussione con il sindaco solo fino a quando un’interpretazione della norma (il Testo Unico degli Enti Locali) sembrava aprire alla possibilità di allargamento dell’esecutivo a otto membri. Circostanza poi definitivamente esclusa dalle verifiche fatte a palazzo Borghi. Così, di spazi di manovra per far rientrare in giunta i forzisti non ce ne sarebbero più. D’altra parte, anche Fratelli d’Italia ha ribadito di non volere «nulla in cambio» da Cassani dopo aver incrementato i suoi numeri in maggioranza.

Le prossime mosse

Nei prossimi giorni gli azzurri si ritroveranno per valutare le mosse future. E per definire quali possano essere quei segnali amministrativi concreti da proporre al sindaco, invece della richiesta di poltrone, per cementare la ritrovata unità in maggioranza. Ma non è un mistero che in quel che è rimasto di Forza Italia a Gallarate convivano un’ala più “governativa”, disposta ad appoggiare il governo Cassani incondizionatamente fino alla scadenza, e un’ala più critica, che maldigerisce certe scelte prese in questi ultimi mesi e vorrebbe contare di più sul fronte amministrativo. Nessuno però, in questa fase, sembra davvero intenzionato a strappare, anche perché il rischio è che alla prossima tornata elettorale Forza Italia, che nei sondaggi continua a precipitare anche a livello nazionale, avrà numeri che le consentiranno di rivendicare ben poco al tavolo del centrodestra.

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