Caielli: «Lega primo partito a Gallarate. Ora pretendiamo dignità per le deleghe di giunta»

Gallarate lega Giorgio Caielli

GALLARATE – Con il 16,93% dei consensi la Lega si è confermata alle Amministrative del 3 e 4 ottobre scorso la prima forza politica della città di Gallarate, consentendo ad Andrea Cassani il bis in fascia tricolore senza affrontare le incognite del ballottaggio.

Giorgio Caielli, segretario cittadino della Lega, come giudica il risultato del suo partito?
«Direi ottimo. Abbiamo ottenuto quasi il 17%, senza contare le centinaia di schede annullate perché tanti elettori hanno fatto confusione e messo la ics anche sulla lista di Cassani sindaco. Ma questo non cambia il risultato: ciò che conta è che le due liste assieme hanno raggiunto il 31%. Questo ci dà modo di poter organizzare agevolmente l’amministrazione per i prossimi cinque anni».

Qual è stata la chiave della vittoria?
«Innanzitutto la cittadinanza ha riconosciuto il lavoro fatto nei primi cinque anni. E poi la Lega, lo dico da segretario, in questa campagna elettorale ha dato un impulso fortissimo a tutta la coalizione. E’ il partito che ha realizzato il Cassani Point e ha trainato il gruppo, compresi alcuni alleati che in altre occasioni sono stati più visibili e forti. Questa volta siamo stati noi la forza trainante del centrodestra e siamo riusciti a ottenere un risultato notevole, anche in ottica provinciale. Altrove, infatti, c’è stato il sorpasso della civica, mentre a Gallarate la Lega resta il primo partito. Quando Matteo Salvini è venuto in città siamo riusciti a organizzare veramente una bella giornata che ha riportato alla memoria gli eventi di piazza di tanti anni fa».

Il calo della Lega a livello nazionale però è evidente. La preoccupa?
«C’è una leggera flessione, ma è un momento particolare per noi: dobbiamo far parte di un governo e non possiamo esprimere al 100% le nostre opinioni. Questo il cittadino può leggerlo in maniera negativa e risponde con l’astensionismo».

Dopo tanti anni di conflitto il rapporto con gli alleati si è normalizzato. Anche a Gallarate si può ormai parlare stabilmente di un centrodestra unito?
«Io ho voluto compiere una scelta di collaborazione leale, consapevole che fosse l’unico modo in questo contesto storico per arrivare alla vittoria al primo turno. Andare al ballottaggio significava esporsi a dei rischi che era meglio non correre. Con Fratelli d’Italia non abbiamo mai avuto problemi, con Forza Italia ne abbiamo avuti in passato. Non in questi ultimi anni, dove invece è stato fatto un lavoro enorme per la costruzione del nuovo programma che ci ha permesso altresì di conoscere a fondo anche le tante nuove figure che si sono affacciate alla politica. Non va dimenticato infatti che tante vecchie figure del passato non ci sono più».

Partendo dal presupposto che la giunta la fa il sindaco e che Cassani ha già detto di volere attendere il risultato di Varese, per la Lega quali sono i punti fermi per la scelta dei nuovi assessori?
«Le discussioni non sono ancora concluse. I nostri punti fermi sono le deleghe e gli accordi provinciali che sono stati presi. Nel riparto delle deleghe la Lega dovrà avere la sua dignità».

In che senso?
«Chi farà che cosa non è ancora stato deciso. Ho letto sui giornali i nomi dei possibili assessori, ma poi bisognerà capire con quali deleghe. Questo è ancora oggetto di discussione e la Lega farà la sua parte».

L’Urbanistica se la tiene la Lega?
«Diciamo che sarebbe meglio».

La nuova giunta di Gallarate è pronta al 90%. Martedì l’annuncio

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