Violenza di genere, più sicurezza a scuola. Firmato a Gallarate il protocollo operativo

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La firma del protocollo. Da sinistra: Carcano, Pasquariello e Ilacqua

GALLARATE – Gestire al meglio i casi di violenza di genere, sia fisica che psicologica. Grazie a un rapporto ancora più stretto con le forze dell’ordine ed eventualmente con l’autorità giudiziaria. Ora c’è un vero e proprio protocollo operativo per la gestione delle situazioni più fragili nelle scuole. È stato siglato questa mattina, 20 maggio, all’Istituto Falcone di Gallarate dal prefetto della provincia di Varese, Salvatore Pasquariello, dal dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Varese, Giuseppe Carcano, e dal dirigente dell’istituto gallaratese, Vito Ilacqua, in rappresentanza delle scuole della provincia.

Come agire contro la violenza di genere

Dal 2019 sono state attivate reti a livello provinciale con lo scopo della prevenzione alla violenza di genere nelle scuole. Tra cui “Questo non è amore“. Le parole di Ilacqua: «Si sono svolte tante attività sul territorio, abbiamo dato la possibilità ai centro anti-violenza di mobilitarsi». Inoltre, è stato portato avanti un «lavoro propedeutico», inclusi iter di formazione dei dirigenti e campagne di sensibilizzazione. Ma anche collaborazioni «insieme alle forze dell’ordine, per trovare punti in comune». Da qui è nato il piano di intenti che ora è sfociato in un protocollo operativo. Gli obiettivi li ha spiegati il prefetto: «Affrontare situazioni di difficoltà, che spesso vede impegnati gli operatori scolastici a fronte di atti di violenza subita o che viene manifestata». Quindi, «siamo pronti a fornire tutte le indicazioni che aiutino a gestire questi casi. Col protocollo anche le forze dell’ordine avranno contatti costanti, con un pool di esperti pronti a dare il proprio supporto in tempi brevi».

Una lavoro di squadra

La strategia alla base include la possibilità di «intercettare quei segnali che possono anche portare a eventi tragici», ha aggiunto Carcano. «Invito tutti alla lettura del protocollo che dice nel dettaglio chi può agire e come». In sala anche l’ex ministro Marco Bussetti, oggi dirigente dell’ufficio scolastico regionale: «Questo è il risultato di un lavoro che parte da molto lontano. L’azione degli operatori nelle scuole insieme alle forze dell’ordine ci vede sempre uniti. E questo protocollo è un esempio, non solo a livello formale, ma anche operativo. Che porterà grandi risultati». Così Silvia Nanni, coordinatrice della scuola di legalità “Il seme della giustizia” e ispettore della polizia di Stato: «È stato un lavoro sinergico e multidisciplinare. A tutti gli insegnanti: noi forze di polizia ci siamo. Ma vale anche per tutte le istituzioni, che sono al servizio della scuola. Per andare verso la stessa direzione, con questo protocollo abbiamo dato il segnale di dove vogliamo arrivare». Presenti poi il comandante provinciale dei carabinieri di Varese, Gianluca Piasentin, e il capitano della compagnia di Gallarate della Guardia di finanza Alberto Conte.

Il lavoro degli studenti e la panchina rossa

A spiegare i dettagli del progetto è stata la professoressa Luisa Santoro, referente della rete: «Serve agire, divulgare e informare. Ci siamo mossi subiti e abbiamo creato, appunto, rete: un concetto si cui insisto molto». Sono state le studentesse della Quinta AT poi a raccontare tecnicamente come è stato realizzato l’opuscolo che raccoglie tutte le informazioni legate al protocollo operativo.
A margine dell’incontro è stata inaugurata una panchina rossa – simbolo contro la violenza di genere – nell’atrio dell’istituto.

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