Gallarate, il vicesindaco Longobardi: «Sono sempre stato di centrodestra»

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GALLARATE – Unico componente di Forza Italia nella nuova giunta, vicesindaco e ora anche presidente del Duc (Distretto urbano del commercio di Gallarate). E’ incredibile l’ascesa politica di Rocco Longobardi, passato in poche settimane da consigliere d’opposizione di una lista civica a essere il numero due di Andrea Cassani. 

Rocco Longobardi, partiamo dal ruolo di vicesindaco. Inaspettato anche per lei?
Completamente. Per me era già stata una fortuna raggiungere l’assessorato alle Attività produttive, e di questo devo ringraziare ancora una volta Claudia Mazzetti: mi ha liberato l’unico posto in giunta che, in base alle mie competenze, davvero mi rappresenta.

Avrebbe accettato altri incarichi?
Facile parlare con il senno di poi, ma come avrei potuto occuparmi di Urbanistica o Lavori pubblici? Io ho fatto un’esperienza associativa legata al commercio e un’attività politica molto incentrata sul commercio: oggi questo incarico cade proprio a pennello. Anche in opposizione ho sempre portato idee all’amministrazione e, lo devo ammettere, sono sempre piaciute. Oggi queste idee sono nel cassetto e non vedo l’ora di aprirlo.

Apriamo il cassetto. Cosa c’è dentro?
La mia attività partirà innanzitutto dai 9 punti contenuti nelle linee programmatiche condivise dalla coalizione, a cui si aggiungono gli 8 punti suggeriti da Ascom e ampiamente condivisibili. Tante mie proposte vanno a enfatizzare o completare queste proposte. Si va dalla creazione di una piattaforma che metta in evidenza tutte le attività della città al rilancio dell’immagine di Gallarate attraverso un lavoro in stretta sinergia con l’assessore al Marketing territoriale Francesca Caruso e con Mazzetti che ha la delega alla Cultura. E poi ancora punto a lavorare sull’attrattività attraverso guide, eventi, gadget, pubblicazioni. Come ho già sottolineato il giorno di presentazione della giunta, mi piacerebbe portare tutto questo anche al di fuori del centro, puntando sui rioni con le loro peculiarità.

E’ stato per anni un fautore del civismo, mentre oggi rappresenta Forza Italia in giunta. Cosa cambia?
Io non devo dare risposte alle critiche che leggo anche sui social, credo semplicemente di avere un curriculum adeguato al ruolo che mi hanno assegnato. Per quanto riguarda il Rocco politico io fino a oggi non mi sono mai sentito partitico ma la mia mentalità, e ora posso dirlo tranquillamente, è sempre stata orientata verso il centrodestra. Qui ho scelto il partito che più mi rappresenta, un partito in cui c’era voglia di rialzare la faccia e costruire un progetto nuovo insieme a Nicola Mucci, Aldo Simeoni, Gianni Sparacia e Calogero Ceraldi. Quando sono entrato in Forza Italia non ho chiesto nulla, ma ero convinto di poter ottenere un discreto risultato. Prima del voto non si era mai parlato di assessorati o di altri ruoli di responsabilità, quindi devo ringraziare il gruppo per aver dato un’opportunità all’ultimo arrivato. Per questo motivo prendere la tessera è stata una conseguenza naturale, così come portare persone a me vicine all’interno del partito.

I rapporti con Andrea Cassani sono stati spesso molto conflittuali nel primo mandato. Ora chi la critica si chiede come pensa di poter stare a suo agio facendo addirittura il suo vice.
Nella mia opposizione forte non è mai mancata una parte propositiva. Ricordo per esempio che abbiamo addirittura votato il Pgt perché secondo i tecnici del nostro gruppo c’erano proposte interessanti per la città. Veniamo alla mozione di sfiducia: l’ho votata perché in quel momento credevo fosse la cosa giusta. Quando ci sono degli arresti in giunta per me la colpa è un po’ anche sempre di chi comanda. Proprio come nel calcio: è sempre colpa dell’allenatore. Devo però aggiungere che, soprattutto dopo, la vicinanza con il sindaco non è mai mancata. E, nonostante gli attriti, dietro alla parte pubblica c’è sempre stato un rapporto franco di confronto.

La sua campagna “Not in my name” fece emergere differenze notevoli anche per quanto riguarda scelte etiche, ancora prima che politiche. Dovessero ricapitare situazioni simili come si porrà?
La mia idea è che attraverso il confronto si può sempre trovare una soluzione alternativa di mediazione. Io imparerò tanto da Andrea Cassani, ma con lo stile e con il comportamento che ho sempre portato avanti sono convinto di poter contagiare, almeno in una piccola parte, le scelte di questa amministrazione. La presentazione che il sindaco ha fatto in consiglio comunale è stata per me perfetta, fa capire come anche lui abbia fatto tesoro dell’esperienza maturata. Sicuramente gli errori che ha fatto nei primi cinque anni non si ripeteranno nei prossimi cinque.

E’ cambiato tutto molto in fretta. Il progetto di Gallarate 9.9 esiste ancora? 
La lista civica non c’è più. Gli stili di comportamento con diverse persone che fanno parte di quel progetto invece ci sono ancora ed entreranno nel gruppo di Forza Italia. A partire da Paolo Brufatto che ha avuto un ruolo importantissimo in campagna elettorale.

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