A Gallarate arriva la ruspa per sgomberare i Sinti ma non c’è nulla da demolire

GALLARATE – Accesso della polizia locale di Gallarate alle 9 di oggi, martedì 31 agosto, al campo Sinti di via Lazzaretto. Lo sgombero, però, finisce in nulla: «Il sindaco Andrea Cassani pensa di poter eseguire uno sgombero, tra l’altro con provvedimento di urgenza, senza prima aver trovato una soluzione alternativa. Non è così che funziona: da qui nessuno si muove senza che prima sia trovato un accordo che consenta ai miei assistiti di vivere in condizioni umane». E’ lapidario l’avvocato Luca Bauccio che assiste la comunità Sinti di Gallarate.

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Arriva la ruspa ma non c’è niente da abbattere

E l’accordo lo si sta cercando davanti al Prefetto di Varese: «Il sindaco di Gallarate – prosegue Bauccio – Ha invece dimostrato di non volere e nemmeno di provare a collaborare affinché un’alternativa venga individuata. Ribadisco: sino a quando questo non avverrà i miei assistiti non si muoveranno da via Lazzaretto». Con gli ufficiali della polizia locale impegnati nel “censire” la situazione in via Lazzaretto, dove al momento vivono 19 persone tra cui anche alcuni minori, alle 10.30 circa è arrivata anche una ruspa. Che non è stata nemmeno scaricata dal camion utilizzato per trasportarla. «Il motivo è molto semplice – spiega Bauccio – Non c’è niente da abbattere. Non c’è alcun abuso edilizio da bonificare e in questo senso la norma è chiarissima. Ne consegue che inviare una ruspa dove non c’è niente da abbattere è un gesto intimidatorio per il quale denunceremo il sindaco Andrea Cassani». Non c’è abuso edilizio, va detto per dovere di cronaca, ma c’è l’occupazione abusiva dell’area che la polizia locale provvederà a contestare.

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Atto intimidatorio denunceremo il sindaco

L’avvocato diffida anche «Formalmente il primo cittadino dal definire di nuovo i miei assistiti ladri d’acqua. I miei assistiti non sono ladri: hanno più volte chiesto di poter avere un contatore per pagare quanto consumano. Anche sul fronte elettricità. E’ il sindaco che si ostina a non dare loro la possibilità di farlo. E questo francamente da un amministratore è inaccettabile. Non parlo del politico, parlo dell’amministratore che dovrebbe anteporre l’essere umano alle bandiere di partito. Pur con la campagna elettorale in corso mi sarei aspettato un comportamento diverso. In ogni caso ribadisco la diffida a definire i miei assistiti ladri d’acqua, perché se sul passato mi riservo, sul futuro non ho dubbi: se dovesse accadere ancora il sindaco sarà chiamato a risponderne in tribunale. Dove dovrà entrare non con le bandiere di partito ma con i propri argomenti. I miei assistiti non hanno carichi pendenti per furto, il sindaco si preoccupi di chi è invece stato rinviato a giudizio per ben altre contestazioni». Alle 11 circa l’accesso al campo è terminato senza che di fatto la situazione sia mutata in alcun modo.

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