Tassa di soggiorno a Gallarate, B&B Varese risponde agli albergatori che protestano

GALLARATE – «D’accordo? Forse definirlo un Nì è più appropriato». Alfredo Dal Ferro, presidente di B&B Varese, prova a chiarire la sua posizione – e dell’associazione che guida – in merito all’introduzione dell’imposta di soggiorno a Gallaratea partire dal prossimo 1 aprile. «Sarebbe meglio che l’imposta di soggiorno venisse trasformata in City Tax. Un turista mangia tre volte al giorno, fa acquisti nei negozi, usa i mezzi pubblici e i parcheggi ma dorme una sola volta: quindi perché addossare questo lavoro solo ai gestori di strutture ricettive?»

«Cercare di limitare gli effetti negativi»

A seguito dell’iniziativa di Amedeo Valoroso – proprietario della Perla Grigia, casa vacanze a Cedrate – che ha lanciato una raccolta firme per chiedere formalmente l’annullamento del provvedimento. E alla quale hanno aderito 24 hotel e B&B. Ora anche Dal Ferro vuole chiarire una volta per tutte il punto di vista dell’associazione B&B Varese, valutando pro e contro della questione. «Se abbiamo appoggiato l’introduzione della tassa di soggiorno, data la nostra esperienza decennale, l’abbiamo fatto solo per cercare di limitare gli effetti negativi per gli operatori», dice. «L’ineluttabilità delle decisioni dell’ente comunale sono assolutamente fuori questione, quindi devo solamente lodare il sindaco Andrea Cassani e l’assessore Rocco Longobardi per averci chiamato a discutere su come programmare l’imposta». E, aggiunge, «perfino Federalberghi Varese – che è l’unica entità in Lombardia che normalmente si oppone all’introduzione di questo balzello – in questo caso non ha ritenuto di fare ricorso al Tar per impugnare la delibera comunale di Gallarate».

L’abusivismo

Dal Ferro si concentra sulla «situazione reale di Gallarate riguardo all’abusivismo». Dice: «I controlli sono demandati alla polizia locale che però ha sempre molto da fare per problemi sicuramente più gravi». Ma dopo le recenti ristrutturazioni del centro e l’arrivo di strutture nuove, «il problema è esploso e, per esperienza, posso confermare che uno dei metodi per stroncare il turismo è proprio l’introduzione della tassa di soggiorno». Il motivo, dice il presidente di B&B Varese, è che «se gli amministratori e la burocrazia non intervengono, la conseguente perdita di soldi dell’ente va a loro carico. E quindi potrebbero essere richiamati dalla Corte dei Conti a risponderne personalmente». E aggiunge: «Il problema delle strutture abusive per l’alberghiero non esiste perché gli hotel si aprono solo con Partita Iva e sono davvero poco numerosi e facilmente controllabili. Una Casa vacanza, un B&B, una locazione si possono mettere sui portali senza nessun documento autorizzativo, perlomeno fino a ora». Insomma: «Con la mancanza di leggi nazionali, una persona si alzava al mattino, si collegava a uno dei 5mila portali esistenti, introduceva i dati del suo immobile e dal giorno successivo poteva ospitare chi voleva senza neppure apparire col suo nome, indirizzo e numero di telefono». Ora, invece, l’intervento dell’Europa «con il Dac 7 dal 2023 obbliga i portali a comunicare i dati degli inserzionisti al fisco nazionale».

Problema risolto?

Problema risolto? «No, non ancora». Per Dal Ferro ci sono altri modi di essere abusivi e farsi pubblicità. «I gestori dell’extralberghiero, per assurdo, ci hanno addirittura resi responsabili di chi non vuole pagare i pochi spiccioli della tassa di soggiorno. Se non paga il cliente, dobbiamo versarla noi e molto spesso così finisce». Inoltre, il lavoro e i costi per raccogliere l’imposta «non ci viene retribuito, quindi definirci d’accordo è sicuramente un errore». Quindi: «Meglio far semplificare dai Comuni le operazioni di raccolta, i versamenti e ciò che faciliti il nostro lavoro. Oltre a collaborare nella repressione degli abusivi». In conclusione il presidente dell’associazione B&B «è meglio collaborare con le autorità piuttosto che contrastare qualcosa che contrastabile non è, vista la potestà dei Comuni». Si dice invece d’accordo con il presidente di Federalberghi, Fred Venturi, quando si parla di utilità: «Introdurre una tassa il cui ammontare è limitato dai piccoli numeri e dal costo di raccolta potrebbe essere inutile»..

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