Gavirate, lettere anonime contro gli amministratori. Dura replica del sindaco

Gavirate

GAVIRATE – Clima di tensione a Gavirate, dove gli amministratori locali sono finiti nel mirino di diverse lettere anonime che contengono toni accesi e minacce. Il sindaco Silvana Alberio e il gruppo di “Noi di Gavirate” rispondono con fermezza, definendo gli autori delle missive degli “ominicchi” e sottolineando che la questione è al vaglio degli inquirenti.

Lettere anonime in Comune

La risposta del sindaco e del suo gruppo giunge in seguito a diversi episodi di lettere anonime che sono state recapitate ad alcune persone che ricoprono ruoli politici o lavorativi nell’amministrazione comunale. «Il clima di tensione, di odio e di contrapposizione che alcuni stanno creando e che non sanno né governare né incanalare in azioni positive – spiegano dal gruppo di “Noi di Gavirate” – porta inevitabilmente nei piccoli cervelli di uomini piccini, ad estrinsecarsi in minacce mascherate da consigli ed elucubrazioni fantastiche riportate in lettere anonime». La nota prosegue con le considerazioni del sindaco Silvana Alberio in merito alla vicenda. «Di per sé questo ci lascerebbe totalmente indifferenti anche perché i contenuti sono veramente ridicoli, ma siamo invece seriamente preoccupati per il fatto che sul territorio girino soggetti fragili e psichicamente labili per i quali non si può che provare una pietà infinita… e uso la parola PIETÀ nel senso meno nobile del termine».

Situazione al vaglio degli inquirenti

«Si tratta – contiua la nota – indubbiamente di individui “irrisolti”, con una vita piena di frustrazioni e insoddisfazioni individuali e sociali e per dirla alla Sciascia sono soltanto OMINICCHI. Ominicchi che questa volta hanno commesso un errore, errore che gli inquirenti stanno valutando e che ci auguriamo porti al loro smascheramento, per il bene di tutta la nostra Comunità». La dura presa di posizione dell’amministrazione comunale, sindaco in primis, continua auspicando che il malcontento e le critiche possano essere espresse in prima persona e non nascondendosi dietro a lettere minacciose. «Auspico di vivere fra persone adulte e responsabili che hanno certamente il diritto di dissentire, ma anche il dovere di farlo usando gli strumenti che questo ordinamento giuridico ci mette a disposizione e soprattutto mettendoci la faccia. Lasciamo le lettere anonime ai poveracci che verosimilmente non hanno neanche il coraggio di guardarsi allo specchio, perché ciò che vedrebbero farebbe orrore a loro stessi… e questa società si merita di più di questi personaggi e le loro lettere (forse) anomime».