Giuseppi rilanciato da Elly

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Giuseppe Conte e Elly Schlein

di Massimo Lodi

Cofferati torna in campo. Va a sostegno della Schlein, riprendendo la tessera del Pd. Dice: lei è in gamba, pensa giusto, sto dalla sua parte. Un’esternazione autorevole, chissà se accompagnata da un’esternalizzazione (disfescio) dei dubbi che tuttora affollano l’ex partitone d’Italia: vale essere così radicali? Vale fare spallucce al centrismo? Vale allearsi coi Cinquestelle, contemporaneamente sgomitandovi?

Sembrebbe non valere. Proprio il caso dei Cinquestelle è d’esempio. Alla fiammata elettorale d’un anno fa, quando Conte -promettendo tutto e gratis agl’italiani- recuperò dal baratro il grillismo cadutovi dentro, seguì un periodo d’impasse. S’aspettava la soluzione del rebus Dem: chi il nuovo segretario? Quale il programma? E che alleanze cercare?

La vittoria della Schlein alle primarie aprì la strada collaborativa: Pd e M5S uniti in imminenti battaglie e futuri scenari. Ma il procedere dell’intesa -testimoniata da consimili propagandismi- non ha reso egualmente gratificati i sottoscrittori: l’uno ne profitta, l’altro no. Nei sondaggi la Schlein arretra, Conte risale. L’esito bizzarro del nuovo corso post Letta è il rilancio dell’Avvocato del popolo: facendo proprie le parole d’ordine di Giuseppi, Elly lo valorizza nel ruolo dell’originale e svalorizza sé stessa nel ruolo di fotocopia. Gl’interrogati dalle rilevazioni demoscopiche mostrano di credere più al veteropopulismo che al neopopulismo, perché tale viene interpretata la svolta ultrà del Pd.

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Massimo Lodi

Dunque va in sofferenza la Schlein mentre va a nozze Conte. Cui bisogna riconoscere un insospettato fiuto a cogliere le umoralità circolanti, precedendo nel darvi eco l’antagonismo altrui. A iniziare da quello dei Democratici, dentro i quali la resistenza moderata alla segretaria borderline danneggia il mercato del consenso. Vengono infatti diffusi messaggi obliqui alla platea dei potenziali simpatizzanti: un avanti-indré fra massimalismo e riformismo che confonde, imbarazza, disturba.

Conte se ne giova, arrivando al paradosso -lui ex premier di due governi dal segno politico contrapposto, dunque un trasversalista principe- di potersi definire più coerente della Schlein. Un’investitura d’attendibilità alla quale, sino a qualche mese fa, non avrebbe creduto neppure l’interessato/il beneficiario. E invece il new deal degli eredi di Pci, Ds, Pds è riuscito nell’opera di piena rilegittimazione d’un leader che le vicende del ’19-’22 avevano delegittimato. Con ciò ribadendo la formidabile inclinazione della sinistra storica a farsi male da sola e a fare il bene dei rivali, anche quando avviati alla deriva. C’è sempre, sulle onde discordi del progressismo, un barcone ospitale pronto a salvare dal naufragio chi poi ti farà naufragare. Parrebbe andarne orgoglioso pure Cofferati, navigatissimo nocchiero.

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