Il Movimento dei Cittadini “smonta” il Pgt di Legnano con una raffica di osservazioni

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LEGNANO – Raffica di osservazioni dalle minoranze al Piano di governo del territorio proposto dalla maggioranza arancione che amministra Legnano. Più che osservazioni, pesanti critiche e perentorie richieste di modifiche, dai progetti di recupero delle aree industriali dismesse alle politiche per lo sviluppo residenziale, commerciale e infrastrutturale della città. Le presenterà oggi, lunedì 4 marzo, il Movimento dei Cittadini, per discuterle e votarle una per una in consiglio comunale prima del voto di approvazione del Pgt.

Brumana: «Disposizioni irragionevoli e lesive dell’interesse pubblico»

Le osservazioni spaziano in diversi ambiti, a partire dalla «ingiustificabile ostilità» verso la Franco Tosi Meccanica Spa, per cui si chiede di «mantenere l’attuale superficie lorda ed eliminare le imposizioni che compromettono la possibilità di trasporto interno dei grandi macchinari prodotti» e di «eliminare l’obbligo di demolizione» di alcuni edifici.

L’elenco elaborato dal consigliere comunale di minoranza Franco Brumana prosegue con altri temi ampiamenti dibattuti nei mesi scorsi, come l’area ex Pensotti nell’Oltrestazione, il cui progetto del Pgt «suscita perplessità e preoccupazione perché detta disposizioni irragionevoli e lesive dell’interesse pubblico oltre che gravemente vessatorie nei confronti della proprietà dell’area dismessa, che da troppo tempo necessita di essere riqualificata»; il grande centro commerciale («una sorta di città mercato di 17.550 metri quadri») e il parco fotovoltaico da 90.000 mq «dall’impatto paesaggistico impressionante» su un’area boschiva in via Liguria, per cui si chiede un drastico ridimensionamento del primo, una destinazione principalmente residenziale e l’eliminazione del vasto impianto di pannelli solari, pari a 13 campi di calcio; ancora, «l’eccessiva e anomala edificabilità» sul lato sud di via San Bernardino, a ridosso del cimitero, «l’ingiustificabile predilezione per la logistica» in via Quasimodo e la rinuncia al parco e all’edilizia a costi ridotti nell’area dell’ex ospedale in corso Sempione.

«Ex Manifattura, il sindaco si arrenda»

Brumana punta poi il dito contro il boom di centri commerciali, fra cui l’«ennesimo sull’asse di viale Sabotino» sul terreno comunale all’incrocio con via Menotti. Fino ad arrivare all’ex Manifattura (sopra, uno degli edifici del vasto complesso), oggetto di ben cinque pagine fitte di osservazioni, raccolte sotto l’invito a «evitarne lo scempio» e sottoscritte da più di mille cittadini al fine di «preservare i valori culturali, storici e architettonici di quello che potrebbe diventare un interessante luogo turistico come il Villaggio Crespi D’Adda».

Sulla Manifattura ancora sabato scorso, 2 marzo, Brumana ha osservato come «il Piano delle regole del nuovo Pgt considera gli edifici della Manifattura, che il sindaco vuole abbattere, come “tradizionali” e richiama l’articolo delle sue disposizioni di attuazione che ne vieta la demolizione. Il Pgt impone invece la realizzazione di una piazza al posto degli edifici dell’ex convitto, della chiesa, dell’asilo e del teatro, piazza pure proibita dal decreto che ha imposto il vincolo culturale sulla Manifattura. Se il sindaco farà approvare dai suoi consiglieri l’attuale testo del Pgt, non molleremo e insisteremo per un intervento della Soprintendenza. E nel caso, che riteniamo quasi impossibile, in cui venisse effettuata la demolizione sporgeremo denuncia alla Procura della Repubblica per il reato di cui all’art. 172 del Codice dei beni culturali e del paesaggio».

Prezzi alle stelle e vincoli per i piccoli interventi

Più in generale, alle pecche rilevate nel Pgt si aggiungono l’aumento dei prezzi «di almeno il 50% del contributo di costruzione» per le imprese edilizie «sotto forma di contributo straordinario, da considerarsi illegittimo perché non previsto né dalla normativa nazionale né da quella regionale» e che «ricadrà inevitabilmente sui cittadini che acquisteranno appartamenti o altri immobili»; i «limiti, ostacoli e complicazioni scoraggianti per i piccoli interventi edilizi nelle zone già edificate, mentre si favoriscono in modo incomprensibile interventi che consumano il suolo agricolo o naturale e alcune grandi operazioni» come pure le «irragionevoli limitazioni alle residenze complementari nelle zone produttive» dove andrebbe invece prevista «la possibilità di un uso quale foresteria per dipendenti, collaboratori, visitatori o clienti».

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