In Provincia di Varese vince la “militanza del dialogo”

bottini provincia dialogo
Villa Recalcati, sede della Provincia, apre i cancelli al dialogo tra le componenti politiche in senso trasversale

di Gian Franco Bottini

In questi primi giorni del periodo natalizio gli amministratori locali sono più interessati a tagliar nastri, ad accendere alberi e a “sgraffignare” la maggior visibilità possibile dalle molte opere buone che il Natale suggerisce di mettere in campo a persone e associazioni di buona volontà. E’ il trionfo dei “patrocini”; quanto di più gradito dai politici in questo periodo, perché senza spesa c’è una gran resa. Un po’ di patrocini ben piazzati consentono loro il diritto di sfilata su metaforici “red carpets” e spesso di sproloqui come se avessero fatto tutto loro. Vale per i politici di oggi come per quelli di ieri, naturalmente! Se non ci fossero a Natale ci mancherebbero, come l’albero con le sue palle!!

Lo stato di non belligeranza politica che si tende ad instaurare in questo periodo è stato, quest’anno,  proditoriamente disturbato da un fatto, di per se banale, avvenuto nell’ambito del nostro consiglio provinciale e riguardante  la votazione per un incarico, con tutto il rispetto, di bassa importanza. Superata la questione pratica, da parte dei media si è trovato il modo di allungare il brodo in un momento in cui, anche per loro, vi è scarsità di materiale di cui nutrirsi. E’ stato in particolare tirato in ballo il presidente provinciale Marco Magrini, non tanto per il fatto citato, quanto per la particolarità della sua figura: un “civico” al comando della provincia.

Lette le varie opinioni circolanti dobbiamo dire che il signore in questione ne è uscito assai bene e ci ha quindi sorpreso un articolo, comparso su un quotidiano locale, per il suo categorico “Magrini sta sbagliando”, un titolo dissonante con il tenore delle dichiarazioni di vari politici, anche avversari. Specifichiamo che non è nostra intenzione impegnarci in un’azione di difesa o ancor più di santificazione del presidente Magrin; quello che ci interessa è difendere il significato e i valori di quel “civismo” che il Presidente, a nostro parere, molto correttamente sta interpretando.

In seconda battuta ci vorremmo permettere di spiegare all’”estensore” del citato articolo le ragioni per le quali non concordiamo con lui.

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Gian Franco Bottini

Non avendo alcuna appartenenza partitica, non significa che i civici non facciano politica o intendano farla in maniera alternativa a quella svolta dai partiti stessi; significa anzi farla in completa collaborazione con loro, o in surroga concordata , avendo come prioritario ed unico un obiettivo certamente comune: il meglio per il proprio territorio e per i suoi cittadini. La militanza civica non è un’attività isolata e avulsa dal contesto politico nel quale opera ma, come molto giustamente ha chiarito Magrini stesso, è  una “militanza del dialogo” con tutti i maggiori protagonisti del territorio, partiti in primis.

Dall’articolo citato emergerebbe un dissenso dell’”estensore “al dialogo fra i partiti, specie se avversari fra loro, per trovare scelte condivise e ancor più un quasi scandalo se un presidente civico, come Magrini, dovesse colloquiare con le segreterie dei partiti stessi (facenti parte del suo Consiglio), onde promuovere soluzioni condivise. 

Le segreterie dei partiti locali hanno sostanzialmente due missioni che spesso si intrecciano complicando le cose: quella di fare il meglio per il proprio territorio, nell’ambito però (e qui viene il bello) di  linee politiche, alleanze e strategie che, legittimamente, sono imposte loro dall’alto. E’ evidente che la collaborazione con una parte “civica” che a questi condizionamenti, tipicamente partitici, non è soggetta, spesso può essere utile ai fini dei risultati necessari al territorio. Tutto ciò funziona se il Presidente si dimostra “di tutti” e realmente equidistante nelle sue posizioni.

Magrini in ciò ottiene il plauso, giustamente moderato, anche dei partiti che non fanno parte della sua maggioranza e che spesso suppliscono con la loro presenza a cali di tensione nella maggioranza stessa, a dimostrazione che oggi in provincia vale più il “territorio” che non i giochetti di potere politico. Un vero plauso a questi partiti ma anche un chiaro riconoscimento di stima, da parte di questi, per l’operato del Presidente.

Forse questo dettaglio all’”estensore” del suddetto articolo è sfuggito! E allora dove “sbaglia Magrini”? Dovrebbe, se ci riesce , farcelo capite l’”estensore” che forse è stato ispirato da chi la “militanza del dialogo” costituzionalmente non la sopporta. O forse da chi ricorda quel modo di far politica di non molti anni fa, fatto girando per le segreterie dei partiti onde trovare i famosi compromessi (di vario genere!) atti a salvaguardare gli interessi di tutti e, se capitava, anche quelli del  territorio. Oggi la nostra provincia appare trasparente, dialogante e attenta alla soluzione dei problemi per quel che valgono più che per la loro paternità. Che sia questo che all’”estensore” non garba?

bottini provincia dialogo – MALPENSA24