Jerago, rubinetti chiusi al cimitero. Marino: «Costretti a portarci l’acqua da casa»

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JERAGO CON ORAGO – Lavandini chiusi, fontanelle chiuse, servizi igienici chiusi. Anche quelli per i disabili. Succede nei cimiteri di Jerago e Orago, dove «la gente oggi deve portarsi l’acqua da casa» per bagnare i fiori, denuncia il consigliere di opposizione Salvatore Marino (FdI), capogruppo di “Gente di Jerago con Orago” . E’ la conseguenza dell’ordinanza sindacale emessa ormai quasi un mese fa per la limitazione dei consumi dell’acqua dovuta alla siccità e alla carenza di precipitazioni metereologiche. Una decisione che dalle minoranze non esitano a definire «bizzarra, assurda e incomprensiblie». Infatti «nessuno dei Comuni confinanti, Besnate, Cavaria con Premezzo, Oggiona Santo Stefano, Solbiate Arno, Albizzate, Sumirago, Carnago, Gornate, Gazzada Schianno, Caiello ha adottato una così drastica posizione che appare quasi una punizione per gli utenti».

Cimitero senz’acqua 

Anche i servizi igienici dei cimiteri di Jerago e di Orago sono stati oggetto dell’ordinanza firmata dal sindaco Emilio Aliverti, ma il loro utilizzo secondo Marino non può essere considerato improprio. E spiega: «Il provvedimento di chiusura dei servizi igienici dei cimiteri è in totale contrasto con il contenuto dell’ordinanza che consente l’utilizzo dell’acqua per fabbisogni alimentari ed igienico sanitari. Il provvedimento penalizza i visitatori dei cimiteri che non sono certamente persone che sprecano o che si divertono con l’acqua, ma che la utilizzano solo per i vasi dei fiori per rendere più gradevole la tomba di un proprio familiare».
In una giornata, sottolinea la minoranza, faranno visita ai cimiteri un numero limitato di persone e di queste non tutte utilizzano l’acqua per i fiori. «Si può dunque ipotizzare un prelievo di acqua di qualche decina di litri, che è un consumo ridicolo rispetto ad altri importanti consumi e sprechi di cui nessuno si preoccupa di controllare ed eventualmente di sanzionare. Senza dimenticare che se un utente dovesse avesse una necessità fisiologica impellente, si troverebbe i servizi igienici chiusi creandogli un grave evidente disagio».

Immediata revoca

Per tutti questi motivi Marino chiede la revoca immediata dell’ordinanza per quanto riguarda i due cimiteri del paese. «I servizi igienici di tutti i Comuni sono aperti e funzionanti mentre a Jerago hanno chiuso anche quelli dei disabili. La gente oggi si porta l’acqua da casa. I fioristi possono usare l’acqua, ma i fiori in queste condizioni non li compra più nessuno. Oltretutto le fontanelle di Parco Onetto, piazza Mazzini, San Rocco e Parco Daccò sono aperti: l’ordinanza non è coerente. Naturalmente il problema è stato sollevato da noi, quindi piuttosto che darci ragione vanno avanti a testa bassa sempre con arroganza e prepotenza. D’altronde loro sono i monarchici di Jerago con Orago».

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