La brughiera del Parco Ticino un bene prezioso da tutelare

Il disinteresse in politica, palesa in realtà scelte ben determinate e mirate, di cui sarebbe troppo vergognoso farsi carico a viso aperto. Tanto più grave dunque, se tale atteggiamento di disinteresse viene dai sindaci e dalle amministrazioni comunali della Comunità del Parco del Ticino e delle Provincie di Varese e Pavia, che dovrebbero impiegare invece tutte le loro energie per tutelare il prezioso territorio che sono stati chiamati ad amministrare.

Ecco dunque che, mentre in Italia, diverse Provincie e Regioni fanno a gara per inserire i propri siti nella Rete Natura 2000 istituita dal Governo e suddivisa in ZSP-Zone Speciali di Conservazione e ZPS-Zone di Protezione Speciale (ZPS), gli amministratori del territorio sud-varesino non solo non portano avanti l’istanza per tutelare la Brughiera di Lonate e Malpensa, ma la ostacolano. Perché fanno questo?

Perché in tale area protetta sono compresi i 44 ettari della cui importanza ambientale si sono fatti baluardo proprio gli stessi Ministeri dell’Ambiente e della Cultura, il quali non hanno concesso a SEA/ENAC, lo sfruttamento, per un piano di ampliamento non giustificato (piano SEA/ENAC denominato “Masterplan 2035”).

Pare tuttavia che né il buon senso dei cittadini, né il parere scientifico e qualificato del Parco del Ticino, né l’autorità del Ministero per l’Ambiente, né l’emergenza climatica universalmente riconosciuta, né la recente Legge UE sul ripristino della Natura, permettono di rimuovere interessi radicati e visioni economiche di corto raggio. La Brughiera di Lonate rappresenta un sito di Importanza Comunitaria nell’area di competenza della Riserva della Biosfera UNESCO, di rilevanza ambientale, ecosistema unico e peculiare, oggetto di studi da parte di scienziati e istituzioni per la sua importanza floro-faunistica, sito tutelato dallo Stato e su cui si è recentemente espresso molto chiaramente il Governo, sito che appartiene a tutti.

Perché dunque gli amministratori non si avvalgono di tali autorevoli pareri per limitare le inopportune richieste private di SEA? Qual è il vero prezzo, in termini economici, ecologici e di qualità della vita, se tali preziosi territori verranno sacrificati per il tornaconto di una società privata? E come se non bastasse, sulla base di progetti obsoleti, ipotesi e proiezioni e non su analisi del fabbisogno in senso ampio e generale (senza nessuna VAS).

Sul sito governativo del Ministero dell’Ambiente si legge: “La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che intende garantire la protezione della natura tenendo anche conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali, con una gestione sostenibile sia dal punto di vista ecologico che economico.”

È possibile che direttive governative e progetti promossi dal Ministero dell’Ambiente che si avvale di qualificati tecnici di vari ambiti, vengano ostacolati da sindaci e amministratori che si nascondono dietro silenzi o calcolate assenze? Già strategicamente sperimentate l’anno scorso, sempre in occasione della medesima istanza SIC per la Brughiera di Lonate Pozzolo. Coloro che di fatto sottoscrivono, a nome e per delega di chi li ha fiduciosamente votati, la distruzione di un ecosistema, di fauna e flora unico ed irripetibile, hanno coscienza che potremmo irreparabilmente perdere ciò che adesso apprezziamo e per cui scegliamo di vivere qui? Coloro che sono pronti a sacrificare un bene prezioso con tanta leggerezza, sono altrettanto pronti a confermare la loro responsabilità, davanti a tutti noi cittadini, per un territorio che perderà di interesse, diverrà anonimo, si spopolerà e impoverirà? avremo strutture che collassano, minor interesse turistico, pessima qualità della vita e un inquinamento acustico e dell’aria insostenibile. L’aeroporto va gestito all’interno di un territorio che ne attutisca il devastante impatto. Il territorio lo abbiamo: difendiamolo con intelligenza, se vogliamo continuare a vivere anche dell’aeroporto! Senza uno studio tecnico che garantisca l’equilibrio tra natura e struttura, tra Sito di Interesse Comunitario e di Riserva della Biosfera e aeroporto, non ci può essere vita, salute, cittadinanza e dunque nemmeno prosperità economica: questo è quanto è stato indicato dai tecnici governativi del Ministero. Questo è semplicemente quello che va fatto, a vantaggio di tutti, anche di SEA.

Comitato Salviamo la Brughiera