La corsa a tappe delle notizie

lodi corsa tappe

Caro direttore,

leggo del quinto compleanno di Malpensa 24.it e ne sono contento. In un’epoca di affanni editoriali, l’occasione d’una simile ricorrenza è festa comune. Pochi giorni fa, insediandosi alla direzione dell’Avvenire, quotidiano della Cei, Marco Girardo ha ricordato due sentimenti/emozioni del giornalismo: la perseveranza, lo stupore. Non i soli. Però forse i più importanti.

A proposito (1) di perseveranza. Questo mestiere, che per chi l’intende in un certo modo è una vocazione, richiede costanza, umiltà, cocciutaggine. Specialmente se qualcosa ti va storto, e devi tentare in fretta di recuperare dopo la topica. Non è consentito lasciarsi andare, cedere allo sconforto, addirittura piantarla lì. S’impone il contrario: correggersi, insistere, tendere al miglioramento. Quasi con spirito missionario. Anzi, certamente. Spirito missionario verso sé stessi prima che verso gli altri. Perché l’informazione è questo: avvertire nell’anima un quid di trasferibile al prossimo, quasi che fosse il prossimo a richiederlo all’anima. Non un sofisma, e invece una realtà. A patto che sia l’entusiasmo naturale la benzina del giornalista, e non il poltronismo routinario la sua energia cinetica.

A proposito (2) di stupore. Senza la curiosità di cercare, il gusto dell’imprevisto, la fanciullezza del meravigliarsi, non c’è impresa di stampa, cartacea tanto quanto on line, in grado di funzionare. Specialmente oggi che ciascuno, grazie ai social media, ha la sua, di piccola/individuale impresa. Dunque, ecco la riconfermata bellezza di scoprire cose nuove, indagare nel popolarismo del sentimento, alzarsi ogni giorno e partire per un viaggio di cui non si conosce mai la meta finale. Ci sono scopi da raggiungere, notizie da dare, persone da intervistare, opinioni da esprimere. E tuttavia c’è sempre dell’ignoto dietro l’angolo, e bisogna aver la voglia -talvolta il coraggio- di svoltarvi dietro per scoprirlo. È il sale d’una professione altrimenti sciapa.

Tutto qui, caro direttore. Nulla di nuovo, dirai. Con piena ragione. Però ho voluto darti testimonianza del compiacimento per il traguardo raggiunto, ovvero d’una tappa dell’avventura che continua. Abbiamo bisogno di tappe così, di avventure così, di giornali così. Noi vecchi suiveur dell’immaginifico Giro d’Italia-news siamo sempre pronti ad applaudire una fuga riuscita: sono quelle che ci appassionano di più, come quando Pantani s’involava sull’Izoard o sul Mortirolo e sovvertiva ogni pronostico. Buona corsa a te e all’intera tua squadra

Massimo Lodi

lodi corsa tappe – MALPENSA24