Da Sesto a Monvalle, con i fondi del Pnrr per scoprire la natura del Lago Maggiore

ANGERA – Sette comuni che si affacciano sul Lago Maggiore e la provincia di Varese, uniti in un progetto di monitoraggio della flora e della fauna. L’iniziativa si inserisce nell’ambito di un bando Pnrr cui gli enti hanno partecipato a giugno dello scorso anno. Pochi giorni fa l’esito favorevole, con il finanziamento per un totale di 130mila euro. Nella ricerca si lavorerà con tecniche e tecnologie innovative per fotografare la situazione della Zona di Protezione Speciale “Canneti del Lago Maggiore”, area naturale protetta affidata in gestione alla Provincia e appartenente alla rete ecologica europea Natura 2000.

I presenti

La ricerca è stata presentata questa mattina – 15 febbraio – in sala consiliare ad Angera. Presenti le istituzioni locali, nella persona del sindaco Marcella Androni e del suo vice Milo Manica. Ma anche sindaci del territorio: Giovanni Buzzi (Sesto Calende) con l‘assessore Jole Capriglia, Franco Oregioni (Monvalle), Francesco Cerutti (Ranco) con l’assessore Davide Facciola.

Fino al consigliere provinciale delegato all’Ambiente, Michele Di Toro, e il tecnico Claudia Longhi che ha presentato i dettagli del progetto.

Il progetto

Fotointerpretazione, fototrappole, song meter, audiomote: sono alcune delle tecniche e degli strumenti proposti dal progetto per il monitoraggio di vegetazione e comunità animali presenti nel sito. Mappare le specie presenti ed evidenziare le azioni da intraprendere per la loro salvaguardia a lungo termine sono gli obiettivi finali del progetto, che aumenterà le conoscenze del territorio dal punto di vista scientifico e fornirà informazioni utili per la divulgazione e la promozione del territorio.

Gli enti coinvolti

La provincia di Varese è l’ente gestore dell’area protetta e in quanto tale ricopre il ruolo di capofila nel progetto. I Comuni coinvolti, che metteranno una quota dei fondi e il loro personale dipendente per la comunicazione dei risultati di fine progetto, sono Angera, Besozzo, Brebbia, Ispra, Monvalle, Ranco e Sesto Calende.

L’area

La Zps “Canneti del Lago Maggiore” è un sito di Rete Natura 2000, la rete ecologica di aree protette più ampia al mondo. Essa è designata dalle cosiddette “Direttive Natura” dell’Unione Europea, recepite dagli stati membri. L’area si compone di quattro habitat (laghi eutrofici, querceti subatlantici, foreste alluvionali e praterie magre di bassa quota) e ospita diverse specie vegetali e animali di interesse conservazionistico, tra le quali ad esempio la Felce florida (relitto pre-glaciale) e la Rana di Lataste (endemismo della Pianura Padana).

Le minacce e le soluzioni

Vari fattori costituiscono un pericolo per habitat e specie relegati nella zona umida oggetto di studio. Tra questi la pressione antropica dovuta alle edificazioni del passato che hanno ridotto la superficie degli habitat, la presenza sempre più massiccia di specie aliene invasive (come per esempio il Gambero della Louisiana e il Coleottero giapponese) e i cambiamenti climatici che alterano cicli vitali e i livelli annuali del lago. Fotografare la situazione delle specie significa poter stilare una scala di priorità negli interventi da intraprendere nel lungo periodo, con la programmazione di opere gestionali (per esempio contenimento di specie aliene dannose e mantenimento degli habitat).

Il coinvolgimento dei cittadini

Fra le azioni innovative promosse dal progetto la partecipazione dei cittadini che potranno segnalare la presenza di specie particolari grazie al loro coinvolgimento da parte dei professionisti coinvolti nei monitoraggi, tramite azioni che verranno approfondite nei prossimi mesi. L’idea è quella di aumentare la consapevolezza della popolazione per poter essere più efficaci nel tempo nella pianificazione degli interventi.

Gioco di squadra

«Un risultato raggiunto grazie a un lavoro di squadra che ha coinvolto i diversi enti interessati», le parole dell’assessore angerese all’Ambiente, Milo Manica. «Per questo il ringraziamento va a provincia di Varese, alle amministrazioni comunali che si sono impegnati a raggiungere questo grande risultato. Si tratta, però, soltanto di un punto di partenza». Michele Di Toro, consigliere provinciale delegato all’Ambiente: «Il progetto approntato ridà e si integra con la naturalità della zona lacustre a sud del Lago Maggiore. Portare naturalità è  possibile e i benefici sono evidenti, i canneti sono una parte importante della biodiversità essi aumentano il benessere e la qualità dell’abitare dal punto faunistico e naturalistico, favoriscono le interconnessioni fra aree naturali esistenti e servizi ecosistemici. Questo progetto coglie l’opportunità di un bando e si coniuga con le richieste  di un territorio che vede comuni e provincia, con l’ausilio di tecnici, operare in un’unica direzione. Quando politica e territorio si interrogano  insieme trovano soluzioni per valorizzare al meglio queste risorse importantissime che sono i nostri laghi, le esigenze del territorio  trovano sintesi nella casa comune che è  la provincia. Ringrazio tutti per il buon lavoro svolto».

lago maggiore flora e fauna – MALPENSA