L’arcipelago ciellino diviso alle urne: “amici” che sbagliano o che scelgono?

cattaneo bonoldi
Da sinistra: Raffaele Cattaneo e Guido Bonoldi

VARESE – “Amici che sbagliano”, come ha dichiarato Raffaele Cattaneo in una recente intervista a La Prealpina; o “Amici che scelgono”, come ha spiegato Guido Bonoldi nel momento in cui ha ufficializzato la propria candidatura con Lavoriamo per Varese a sostegno di Davide Galimberti?

E’ questo il quesito che ci si deve porre per cercare di capire come la scelta politica dell’elettorato cattolico legato a Comunione e Liberazione, negli ultimi cinque anni, si è modificata passando da “voto confessionale”, ovvero di “area” a “voto personale”, cioè legato alle persone.

Come si schiera il movimento

Se si osserva la prima fotografia, e lo si può vedere in maniera nitida proprio su Varese, considerata l’ultima vera enclave del voto ciellino unito, emerge che il centrodestra non è più l’unico punto di riferimento politico per il movimento. Movimento che, secondo dato che affiora, è frazionato tra i due principali schieramenti, ma anche all’interno di una stessa coalizione.

Ovvero da una parte (centrosinistra), con Galimberti, vi sono almeno due figure di spicco che fanno riferimento a Cl e che sono candidate in Lavoriamo per Varese: Guido Bonoldi e Stefano Malerba, il gran tessitore della formazione moderata. Oltre ad Angelo Cabrele, comunque vicino al movimento, già membro della Lega Civica; (ex) consigliere comunale a Valganna e candidato alle elezioni provinciali del 2014 nella lista Insieme per una provincia civica (dove vi erano anche Mattia Premazzi – vicino a Cattaneo – e Pietro Zappamiglio – vicino a Massimiliano Salini). Senza contare figure di area Cl, che non si candideranno, ma partecipano a questo laboratorio politico dei moderati, come Giulio Cova, ex dirigente scolastico della scuola Manfredini e Giuseppe Vimercati.

Dall’altra parte (centrodestra) le figure di area Cl sono tutte “sotto il tetto” di Forza Italia. Ma in due gruppi ben distinti, seppur nella medesima lista: quello di Noi con l’Italia di Raffaele Cattaneo e del segretario cittadino Giovanni Chiodi e il “Gruppo Angelini” (ex assessore comunale e referente di “Persone & città”) in lista – per ora- con il giovane Luca Boldetti (ex Lista Orrigoni). Nell’economia del rassemblement liberal popolare, queste due formazioni dovrebbero avere 8 candidati: 6 di Noi con l’Italia e 2 in riferimento a “Persone e Città”, associazione che annovera anche Raffaele Nurra e gli ex orrigoniani.

La frattura

E’ innegabile che per queste elezioni l’unico binario sul quale, ufficialmente, hanno sempre viaggiato candidature e voti si è sdoppiato prendendo strade divergenti. Ma il punto di rottura, che ora appare evidente nel suo risultato, è avvenuto alle ultime elezioni, quelle che hanno portato alla vittoria di Galimberti. E dove una parte del voto di Cl era in pancia a quella che si chiamava Lega Civica – che contava anche Enrico Angelino e Mauro Pramaggiore -, poi diventata Italia Viva. Senza dimenticare la candidatura di Maria Paola Cocchiere (figlia di Giovanna Beretta) nella lista del sindaco (ora denominata Praticittà).

Il peso di Cl nel “Fontana bis”

Scenario inimmaginabile se si fa qualche passo indietro nel tempo. Nel secondo mandato Fontana, (2011 – 2016, non esattamente una vita fa) Cl, in consiglio comunale, poteva contare 4 consiglieri: Mauro Pramaggiore (oggi vicino a “Persone & città” di Angelini) eletto con quasi 350 preferenze; Matteo Giampaolo con 348 preferenze, Stefano Crespi con 295 e Giovanni Chiodi con 296. Oltre a Piero Galparoli (307 preferenze), il quale pur non essendo organico al movimento, faceva parte del gruppo di lavoro di Raffaele Cattaneo. E in giunta c’erano: Carlo Baroni, che era anche vicesindaco ed Enrico Angelini.

Un monolite che scricchiola cinque anni dopo, quando sempre nel campo del centrodestra, la Cl varesina, almeno le figure politiche più di spicco, si presentano con la lista Varese popolare (definita dagli addetti ai lavori “la lista di Cattaneo”), che porta in dote al candidato di coalizione Paolo Orrigoni 900 voti complessivamente, ma con un calo sensibile in termini di singole preferenze. Tanto che non viene eletto alcun consigliere. Si tenga poi conto che in quella lista era presente anche Maria Cova, figlia di Giulio Cova.

L’elettorato cattolico alle prossime elezioni

Il quadro tracciato qui sopra non ha la pretesa di essere “il vangelo del voto cattolico – sponda Cl – in città”. Di certo però registra che in atto c’è un cambiamento importante. Per lo meno per quanto riguarda le figure di riferimento che, candidandosi, sono le più esposte. Un cambiamento che segna un altro dato: Raffaele Cattaneo, per anni plenipotenziario di Comunione e liberazione sul territorio, non è più il catalizzatore di consensi. Su scala regionale, infatti, il leader di Noi con l’Italia (in termini di preferenze), nell’arco di tre giri elettorali e passato da 14,500 (con il PdL) nel 2010, a 5.500 nel 2013, a 2.286 nel 2018. Un calo che deve tenere conto della decrescita generale, ma che non può certo “snobbare” la maggior libertà politica di cl.

E questo passaggio, se così possiamo dire, dal “voto confessionale” al “voto personale“, foriero di un cambiamento di equilibri, lo si registra in città, ma anche  in altre realtà della provincia. A Busto, ad esempio, dove anche qui, in maniera meno evidente che nel capoluogo, le figure di Cl hanno scelto strade diverse (si veda ad esempio il messaggio che Claudio Fantinati ha recapitato a Guido Bonoldi). E più in generale sul territorio del Sud della provincia, dove, dentro il perimetro di Forza Italia, si muove e cresce il consenso attorno a Pietro Zappamiglio, sindaco di Gorla Maggiore, che guarda a Massimiliano Salini.

Detto questo, sarà il risultato elettorale a dire chi tra Cattaneo (“Amici che sbagliano”) e Bonoldi (“Amici che scelgono”) ha visto giusto e ha saputo leggere la sensibilità politica degli elettori ciellini, i quali – rivela lontano dai microfoni un esponente che ha fatto una scelta nuova – “mostrano ancora qualche reticenza nel non dare il loro voto al centrodestra”.