Bonoldi e Farioli, chi rompe gli schemi fa paura

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Gigi Farioli e Guido Bonoldi

Due nomi, due motivi di fibrillazione politica a Varese e Busto Arsizio.  Guido Bonoldi nel capoluogo, Gigi Farioli nella città più popolosa della provincia. Nomi che hanno provocato una pesante scossa, soprattutto a centrodestra. Lo dimostrano le stizzite reazioni e i corrosivi commenti che arrivano da quella sponda, essendo, Bonoldi e Farioli, provenienti da lì. Anzi, seppure con differenti ruoli, ne hanno interpretato per lungo tempo lo spirito e la sostanza. Bonoldi con la casacca di Comunione e Liberazione, organico al “Celeste” Formigoni, ora arruolato dal piddino Davide Galimberti in una delle liste che lo sosterranno alle elezioni di Varese. Farioli, storico baluardo di Forza Italia, adesso a capo di una composita aggregazione di centristi moderati che si richiama ai valori riformisti. Sarà lui il candidato sindaco per Palazzo Gilardoni.

Traditori? Per il centrodestra sicuramente sì. “Sono passati alla sinistra” è l’accusa che viene loro mossa. A parte il fatto che “passare alla sinistra” – soprattutto a questa sinistra che sembra tanto il vecchio Psdi o giù di lì – non è reato, conoscendoli, ci riesce difficile immaginare Bonoldi e Farioli intonare “Bella ciao” in una manifestazione appunto della sinistra. Poi, per carità, tutto è possibile, ma la loro storia personale non prevederebbe affatto simili giravolte. Caso mai, la scelta che hanno fatto conferma come certe categorie rischino di non avere più gli stessi significati e i paradigmi di una volta. L’aveva già capito il grande Gaber quando cantava “ma cos’è la destra, cos’è la sinistra”. Lo testimoniano oggi il ciellino Bonoldi e il berlusconiano Farioli, abbandonando il campo degli stereotipi per imboccare strade che non sono né comode né dagli sbocchi scontati. Che però annunciano un grande cambiamento in corso.

Qualcuno penserà a Scilipoti, a Razzi o a Ciampolillo, l’ultimo della squadra degli opportunisti di professione. L’accostamento sarebbe riduttivo e, di più, offensivo. Dalla parte di Bonoldi si schiera un altro autorevole ciellino, guarda caso un bustocco, ex assessore di Farioli. E’ Claudio Fantinati che su Facebook scrive, rivolgendosi al presidente dimissionario della fondazione Molina: “Sono lieto che una persona della tua qualità professionale e umana abbia deciso di scendere in campo. Penso che l’amico Raffaele avrà qualche mal di pancia ma se ne farà una ragione. In alto i cuori”. L’amico Raffaele è Raffaele Cattaneo, leader di Noi con l’Italia, anche lui formigoniano doc, rimasto però prudentemente nel centrodestra. Un altro segnale di come l’area di Cl e del voto cattolico vada sparpagliandosi nella scomposizione e ricomposizione della nuova politica. Dentro la quale, la falange ciellina non esiste più. Una cambio di passo sostanziale, che prevede, è vero, una matrice ideologica, ma che va sempre più riferendosi alle persone, alla loro serietà, competenza e progettualità. Insomma, non si sceglie più soltanto la bandiera, ma anche chi la propone.

D’accordo, per Gigi Farioli contano pure le questioni personali, il suo difficile rapporto con Emanuele Antonelli, il padre padrone del Comune di Busto. Situazioni che lo hanno incoraggiato a schierarsi contro il centrodestra. Sulla Prealpina, Massimiliano Nardi, presidente del locale circolo di Fratelli d’Italia, non perde l’occasione per sparare a zero contro l’ex alleato. Parole dure, quasi cattive, alle quali fanno seguito le dichiarazioni dello stesso Antonelli a un giornale online, che ritiene amico. “Si è venduto a Italia Viva” è il commento più gentile. La sensazione, per quanto riguarda Bonoldi e Farioli, protagonisti della scena politica varesina e bustocca, è che fanno paura ai loro inusitati avversari. Non conosciamo ancora il loro effettivo peso elettorale, sappiamo però qual è la loro influenza politica. E che cosa rappresentano nell’attuale contesto. Di sicuro hanno rotto gli schemi. Se poi hanno avuto ragione o torto, lo diranno le urne.

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