L’asse Gualandris Caliendo Cattaneo a Busto fa vacillare la Lista Antonelli

Gallarate Zibetti FI Lega

BUSTO ARSIZIO – Hanno trovata “casa” nella lista Antonelli, ma ora l’edificio, che con maestria sta costruendo Francesco Iadonisi, leader di Risvegliamo Busto e referente delle operazioni di assemblaggio della squadra elettorale personale del primo cittadino, trema. E, qualora passasse la linea della maggioranza del centrodestra, abbozzata durante il summit di ieri (2 giugno), potrebbe ingenerare una piccola diaspora. Poiché nella lista Antonelli, tutt’ora in fase di costruzione, gli ex politici o amministratori non mancano. Anzi sono in buon numero.

Iadonisi, il Mino Raiola della politica bustocca

Negli ambienti politici cittadini si racconta che Francesco Iadonisi sia il gran tessitore della Lista Antonelli. Colui che si sta muovendo per mettere insieme la squadra di fedelissimi del primo cittadino pescando figure strategiche e portatori di voti al fine di incassare un risultato percentuale a due cifre e, forse, superiore o di pari peso dei Fratelli d’Italia in grande ascesa.

E tra questi spiccano i nomi di Mario Cislaghi, ex assessore ai Servizi sociali, punto di riferimento del quartiere San Giuseppe e Maurizio Artusa, di provenienza Pd e che ha sempre incassato un buon numero di preferenze personali. Oltre a Roberto Ghidotti, consigliere uscente, eletto proprio nella lista Antonelli, con un passaggio in Forza Italia, prima di approdare in Idee in Comune e Alex Gorletta, candidato nel 2016 con Busto al centro e ben inserito a Beata Giuliana.

I ben informati poi aggiungono che, sono a un passo dall’entrare nella squadra anche l’ex assessore Alessandro Chiesa, il consigliere Orazio Tallarida (legato al sindaco anche da un’amicizia personale) e l’assessore Laura Rogora. Tre forzisti in bilico perché vogliono capire come si muoverà il partito di appartenenza. Ai quali, ma i nomi sono ancora coperti, si potrebbero aggiungere esponenti di Libertas, associazione che faceva riferimento a Giuseppe Zingale e che ha sempre gravitato nel panorama di Forza Italia.

Quanti siete? Dove andate?

Un pacchetto non di poco conto, ma che con il “niet” sugli ex politici o amministratori in lista, proposto da Forza Italia e Noi con l’Italia e sposato anche dalla Lega, ora potrebbe mandare a carte 48 l’impianto Iadonisi.

Dove andranno, qualora l’ipotesi squadra del sindaco venisse definitivamente archiviata, non è al momento un problema nell’agenda di chi sta tirando i fili e le fila. Poiché da qui alla scelta da fare devono trascorrere un paio di giorni. Durante i quali si metteranno al lavoro le diplomazie e in particolare Andrea Pellicni, presidente provinciale di Fratelli d’Italia, che ha il compito di convincere proprio Antonelli che quella lista non s’ha da fare. Per il bene dell’unità del centrodestra, dettata dai vertici regionali e sposata anche da quelli provinciali.

Il “no” rinforzato del senatore

A ribadire i concetti forzisti è il senatore Giacomo Caliendo, commissario provinciale di Forza Italia che insieme al suo vice Giuseppe Taldone e al responsabili degli Enti locali Piero Galparoli, hanno fissato il paletto sulle liste del sindaco.

«Non si tratta né di posti da garantire né di qualche voto in più o in meno – dice Caliendo – è invece un principio di moralizzazione della politica, perché queste liste del sindaco sono spesso farcite di personaggi, senza giudicare, già candidati e che hanno fatto parte della politica. Oltre al fatto che nel corso del mandato spesso cambiano schieramento e a volte nemmeno più sostengono il sindaco che hanno appoggiato e votato. L’abbiamo visto, e faccio un esempio fuori dal centrodestra, a Varese con la lista Galimberti».

Ragioni che il commissario leghista ha compreso. «E questo mi fa piacere – conferma Caliendo – Anzi Gualandris ha già fatto sapere che, a Gallarate, il candidato Cassani è disponibile anche a non farla la lista civica. Ma dirò più. Anche lo stesso Andrea Pellicini ha dimostrato di comprendere la nostre ragioni».

I colpi bassi e chi controlla

Insomma, ora si tratta di fissare le regole del gioco senza timore di “colpi bassi”. «E perché dovremmo temerli? – chiede il senatore forzista – qualora ci fosse qualche candidato che insiste sulla propria lista, la questione verrà messa ai voti al tavolo provinciale. E siccome siamo un’alleanza democratica la metteremo ai voti. E poi, noi di Forza Italia, che avremmo voluto un candidato in una grande città, abbiamo fatto un passo indietro per garantire l’unità del centrodestra». Insomma, chi ha orecchie per intendere intenda.

Certo poi resta sul tavolo il tema di chi potrà controllare da vicino la formazione delle liste civiche “vergini”, il cui nome (altro paletto fissato non di poco conto) non dovrà coincidere con quello del candidato sindaco. Ma questa è tutta un’altra storia. Per il momento.