L’autunno caldo di Busto Arsizio tra cantieri e strategie

Solo nella seduta di giunta di Busto Arsizio di ieri, martedì 19 settembre, hanno avuto il via libera tre operazioni da far tremare i polsi: l’accordo di programma del nuovo ospedale, una partita da oltre 400 milioni di euro gestita da Regione Lombardia ma quasi tutta in territorio di Busto Arsizio; la vendita del 70% di Agesp Energia, che “cuba” più di 31 milioni di euro, risorse che potranno essere decisive per il rilancio delle partecipate e per nuovi investimenti (si parla del nuovo forno crematorio e della comunità energetica rinnovabile); e il recupero dell’ex Calzaturificio Borri, un progetto da quasi 15 milioni di euro chiamato a dare finalmente una destinazione all’incompiuta bustocca per antonomasia.

Sono operazioni che, da qui a qualche anno, cambieranno il volto della città e che si inseriscono in un calendario fitto di partite strategiche per ridisegnare la Busto Arsizio del 2030 e oltre. Non solo l’accordo di programma del nuovo ospedale (e la riconversione dell’attuale nosocomio) e il futuro della “galassia” Agesp, ma anche i numerosi cantieri del Pnrr (tra cui in particolare il palaginnastica), che prenderanno il via praticamente tutti assieme, e quelli in fase di completamento come il sottopasso di Sant’Anna. E ancora l’ambizioso piano della mobilità sostenibile e l’avvio dei lavori per la variante al Piano di Governo del Territorio, senza dimenticare la sfida della Hydrogen Valley partita ufficialmente da Malpensa pochi giorni fa e quella del recupero dell’area delle Nord che presto dovrebbe entrare nel vivo. Tutte opportunità storiche per il rilancio di una città che, dai tempi della crisi del tessile, cerca una nuova vocazione per riacquisire quella centralità e quella leadership territoriale che, sfumato il sogno della nuova Provincia, sembrano ancora da riconquistare.

Ma quando c’è tanta carne al fuoco, il rischio di scottarsi è alto. Gli esempi del passato – Campus di Beata Giuliana, prima e seconda “versione”, docet – impongono una certa prudenza, e ci si chiede se questa sarà davvero la volta buona per riuscire a portare a termine tutte le sfide strategiche che ci sono sul “piatto”. Le insidie sono sempre dietro l’angolo, ma stavolta non si può più sbagliare. E poi va detto che, di fronte a questioni che si potrebbero tranquillamente definire epocali come quelle elencate, la politica cittadina di Busto, al di là di qualche lodevole ed esperta “vox clamantis in deserto“, sembra quasi distratta. Più attenta, stando almeno alle ultime “polemicucce” di mezza e fine estate, a dividersi su un senso unico (via Galvani), su una piazza semi-pedonale oppure no (Trento e Trieste) o sui lampioni del centro storico, per non rivangare il caso del parroco (che non c’è) di Beata Giuliana. E anche la “garra” che l’opposizione mette in campo solo nella vicina Gallarate su un tema così sentito come l’ospedale, a Busto proprio non si vede.

Ma ora che alcuni di questi temi cruciali arriveranno sui banchi del consiglio comunale, già dalla prossima settimana, c’è da sperare che i rappresentanti eletti dai cittadini siano all’altezza della portata delle sfide che attendono la città. Non solo per l’esito delle scelte da prendere in sala esagonale, che appare scontato – con la maggioranza di centrodestra che, al di là delle schermaglie interne, imporrà ancora una volta la propria legge senza troppe difficoltà – ma anche per vigilare su operazioni così delicate e soprattutto per far percepire ai cittadini quale futuro li aspetta, quali prospettive potrebbero aprirsi, e in quale direzione di marcia andrà Busto Arsizio. Forse per certi versi è tardi – se si considera che alcune scelte sulle opere del PNRR sembrano essere state il frutto della fretta di portare a casa i finanziamenti (e purtroppo è un problema che tocca Busto come tutto il resto dell’Italia) più che di un disegno complessivo di sviluppo della città, mentre altre come il nuovo ospedale pagano ritardi ormai biblici – ma di certo è necessario per accompagnare la città nel futuro.

busto arsizio autunno caldo – MALPENSA24