Leggiuno Spa, i dipendenti davanti al Tribunale di Varese. «Vogliamo lavorare»

VARESEUna storia aziendale importante del territorio che non può finire: questo l’auspicio espresso da sindacati, lavoratori e rappresentanti delle istituzioni che si sono riuniti davanti al Tribunale di Varese per chiedere un futuro per la Leggiuno Spa. «Siamo qui per chiedere un’altra possibilità affinché possa proseguire la storia di questa azienda», hanno detto i rappresentanti sindacali. Sono 70 i lavoratori a rischio.

Presidio nel giorno della verità

Il presidio si è svolto in una data non causale: nel pomeriggio di oggi, martedì 31 gennaio, è attesa in Tribunale la decisione sul futuro della Leggiuno Spa. Due le opzioni: o si potrà continuare l’attività o sarà fallimento. Un’eventualità che le sigle sindacali Femca Cisl e Filctem Cgil sperano non si concretizzi: da qui dunque la decisione dell’iniziativa di sensibilizzazione in piazza Cacciatori delle Alpi, con bandiere e striscioni. “Lavoro e dignità per tutti i lavoratori”, recita uno. “Leggiuno, Leggiuno. Non interessi più a nessuno?” un altro. «Abbiamo coinvolto i 70 lavoratori rimasti ancora in forza, 70 famiglie di una zona in cui non ci sono tante aziende – spiega Alessandra Savoia della Femca Cisl dei Laghi – ci sono stati interessamenti di aziende e fondi esteri, speriamo che altre aziende possano proseguire con l’attività».

Si chiede una proroga

Ma serve dell’altro tempo: è questo che chiedono i sindacati, come sottolinea Lesya Kanyuka della Rsu Ficltem Cgil. «Lo scorso luglio c’è stata la messa in liquidazione e lo Stato ci è venuto incontro con la cassa integrazione per cessata attività. Ora chiediamo una proroga affinché si possa proseguire con l’acquisizione dell’azienda». La Leggiuno Spa è una realtà storica, fondata nel 1908, con 115 anni di vita. È attiva nel settore tessile e produce camiceria per importanti marchi. Il problema alla base non è la mancanza di lavoro. «Gli ordini c’erano – spiegano i sindacati – ma non c’era la liquidità per pagare il metano e le materie prime: sono state fatte scelte programmatiche sbagliate». A portare la sua testimonianza anche Maria Sanpaoli (nel video sotto), dipendente da 34 anni. «Speriamo in un futuro: nel campo della moda la Leggiuno era una delle più importanti aziende della camiceria»

L’impegno dei sindaci

Sul posto anche alcuni sindaci del territorio: il primo cittadino di Leggiuno Giovanni Parmigiani, Matteo Marchesi di Sangiano e Franco Oregioni di Monvalle. Con la fascia tricolore indossata (nella foto sotto) sono entrati questa mattina in Tribunale, dove sono stati ricevuti dal procuratore capo. «Abbiamo espresso per suo tramite alla Procura la nostra preoccupazione – commenta Matteo Marchesi – sottolineando in particolare due aspetti: il primo è l’importanza del mantenimento del ciclo produttivo che ha un valore, quindi la difesa dei posti di lavoro. Solo a Sangiano su 600 nuclei familiari 60 lavorano alla Leggiuno, e in qualche caso marito e moglie. Chiediamo che venga dato altro tempo». Presenti anche alcuni candidati alle regionali: Samuele Astuti, Francesca Brianza, Luca Carignola e Simone Longhini, mentre Emanuele Monti ha espresso solidarietà con una nota. «Porterò la questione a livello parlamentare», dichiara il deputato leghista Stefano Candiani.

Una settimana per decidere

A fornire un aggiornamento nel pomeriggio è Alessandra Savoia della Femca Cisl. «Sembra che nonostante tutti gli appelli la Procura abbia deciso per accogliere l’apertura della liquidazione giudiziale, quindi del fallimento. La società ha insistito per la richiesta della proroga di ulteriori 60 giorni anche a fronte dell’interessamento di due aziende. Il Tribunale si è riservato di decidere entro settimana prossima».