LEGNANO – Cultura legnanese buttata al macero. Letteralmente. Centinaia di libri di storia locale sono finiti nei cassoni della piattaforma ecologica di Legnano (nella foto). A denunciarlo, l’ex consigliere comunale e grande appassionato di storia legnanese Daniele Berti, a cui è pianto il cuore nel vedere interi scatoloni stracolmi di volumi nuovi e perfettamente conservati finire in discarica anziché essere distribuiti gratis, magari nelle scuole, alle associazioni cittadine o alle biblioteche, alle scuole di musica e ai centri culturali del territorio. Berti annuncia che segnalerà l’accaduto al sindaco.
Giallo (subito risolto) sull’autore e sui motivi del gesto
I libri buttati, ripetiamo a centinaia (200, 300, 400?), in due container della piattaforma di via Novara (uno non bastava…) sono copie di “Musica a Legnano. 180 anni del Corpo bandistico”, testo edito dal Corpo bandistico cittadino nel 2007 e scritto da Giorgio D’Ilario, grande giornalista e storico locale al quale giusto quattro mesi fa è stato intitolato uno dei giardini pubblici della città. Figura celebrata, come merita, in pubblico e cestinata di nascosto.
«Non potevamo fare altrimenti»
Il gesto documentato da Berti con un video, oltre all’enorme spreco, ha rappresentato un piccolo “giallo”: chi ha buttato tutti quei libri, e perché? Soprattutto, era davvero necessario disfarsene e farlo in questo modo? La risposta è arrivata quasi subito dal diretto interessato: il presidente dello stesso Corpo bandistico, Corrado Giunta, che ha spiegato come sia stato «necessario smantellare in breve tempo la nostra sede (in via Venezia, nda) per una ristrutturazione di tutto lo stabile di proprietà del Comune». Quanto ai libri buttati, «sono datati a 12 anni fa e chi li ha fatti stampare all’epoca (in quantità enorme) né i direttivi che si sono susseguiti in questi 12 anni hanno ritenuto di distribuirli o donarli.
«A breve nei cassonetti – avvisa Giunta – potreste trovare anche qualcos’altro di vecchio e inutilizzato o inutilizzabile della banda: purtroppo non abbiamo uno spazio museo, ma se qualcuno li vuole per ricordo può contattarci».
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