Legnano, Cozzi dopo l’assoluzione: «Risarcimento per ingiusta detenzione»

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Giambattista Fratus e Maurizio Cozzi

LEGNANO – «Dopo anni, oggi in Corte d’Appello di Milano giustizia è fatta. Tutti gli imputati assolti», Maira Cacucci, difensore dell’ex sindaco di Legnano Giambattista Fratus, affida ai social il commento di soddisfazione dopo l’assoluzione di tutti e tre i principali imputati del processo Piazza Pulita, stabilita in secondo grado dai giudici milanesi.

Misura cautelare sproporzionata

Con Fratus sono stati assolti, con la formula più ampia, anche l’ex vicesindaco Maurizio Cozzi e l’ex assessore ai lavori pubblici Chiara Lazzarini; la vicenda esplose nel maggio 2019 e portò alla caduta della maggioranza di centrodestra a Legnano. A fare una riflessione, dopo il verdetto di secondo grado pronunciato oggi, venerdì 19 gennaio, che ha spazzato via le decisioni del Tribunale di Busto Arsizio dell’aprile 2020, è l’avvocato Cesare Cicorella, difensore di Cozzi che in primo luogo sottolinea come «L’assoluta certezza della nostra estraneità alle contestazioni che ci veniva mosse ha fatto sì che non avessimo mai avuto timore della decisione che la Corte d’Appello avrebbe preso (lo stesso sostituto pg aveva chiesto l’assoluzione al termine della requisitoria)» e in seconda battuta aggiunge: «Resta l’amarezza per l’accaduto e nel caso specifico resta l’amarezza per una misura di custodia cautelare che, senza ragioni, ha portato il mio assistito, uno stimato avvocato incensurato, in carcere per 40 giorni e, a seguire, ai domiciliari per sei mesi con l’aggravante di non poter più nemmeno esercitare la propria attività professionale in un periodo così prolungato. Credo sia giusto che, se c’è un dubbio, si eserciti l’azione penale, si vada a verificare. Non vedo, però, alcuna ragione per applicare a un professionista specchiato una misura così afflittiva come quella del carcere. Davvero non sussistevano i presupposti per un provvedimento tanto pesante».

L’avvocato: “Giusto dare un segnale”

E adesso che la vicenda è chiusa? «Adesso che la vicenda si è chiusa come ci aspettavamo – aggiunge l’avvocato Cicorella – Attenderemo le motivazioni della sentenza (che saranno depositate in 90 giorni) quindi faremo causa chiedendo il risarcimento dovuto per l’ingiusta detenzione al quale il mio assistito è stato sottoposto. Sia chiaro: i soldi non restituiscono la dignità violata o la vita sospesa – prosegue il legale – Ma credo sia giusto dare un segnale chiaro: doveroso verificare ma quella del carcere è una misura che credo vada utilizzata in maniera equa e misurata. Non era questo il caso. Un caso che ha avuto molta eco mediatica e che potrebbe all’epoca aver ingenerato sfiducia tra i cittadini nei confronti di amministratori poi assolti con formula piena. Io credo che anche su questo sia necessario riflettere».

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