Liquidazione Air Italy, CasaPound: «Lo Stato non ha controllato»

Liquidazione Air Italy CasaPound

MALPENSA – «Liquidiamo il governo. Salviamo l’Italia». Questo il testo dello striscione attaccato domenica notte da CasaPound nelle vicinanze dell’aeroporto di Malpensa. La stessa iniziativa si è ripetuta a  Olbia, Cagliari, Alghero e Carbonia. «La crisi di Air Italy – si legge in una nota diffusa dal movimento – è l’ennesima riprova della necessità di un controllo governativo su piani che palesemente non erano sostenibili».

1.450 dipendenti senza lavoro

«Salvaguardare l’interesse nazionale – continua la nota – dovrebbe essere il primo punto dell’agenda di governo, tanto più quando la posta in gioco riguarda anche il futuro di 1.450 dipendenti, che dall’oggi al domani si troveranno senza lavoro, e delle loro famiglie».

Il collasso del sistema

La fine di Air Italy, che costerà a Malpensa oltre due milioni di passeggeri all’anno e la rinuncia a numerosi collegamenti intercontinentali, secondo CasaPound fa parte di una crisi di sistema più ampia. «Dopo la crisi, non ancora finita, di Alitalia, con la liquidazione di Air Italy è sempre più evidente il collasso del sistema del trasporto aereo italiano, un tempo eccellenza in ambito mondiale. È necessario agire immediatamente nell’interesse dei consumatori e dei dipendenti che già avevano rinunciato, tra le altre cose, al 30% dello stipendio per salvaguardare il proprio posto di lavoro».

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