Locale confiscato alla criminalità “apre” ai familiari delle vittime di mafia

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RESCALDINA – La Tela di Rescaldina riparte dalla lotta per la legalità e dà voce alle sue sale. Il locale sottratto alla criminalità organizzata e trasformato in “osteria sociale del buon essere” organizza due serate dedicate alle vittime di mafia cui sono intitolate le sale oggi attrezzate a incontri, ristorante e appuntamenti conviviali e culturali. Lo fa attraverso interviste che, a partire da giovedì 11 giugno, saranno trasmesse sulla sua pagina Facebook. «Non è semplicemente un viaggio nella memoria – afferma il presidente della Tela, Paolo Testa – ma un approfondimento di conoscenza perché la mafia si combatte conoscendo le persone che hanno perso la vita combattendola. I nomi che si possono leggere all’ingresso delle tre sale sono stati scelti con la precisa volontà di rendere omaggio al loro sacrificio, affinché la loro testimonianza potesse continuare a vivere negli spazi che sono stati sottratti alla criminalità organizzata. Si tratta di Barbara Rizzo, Giuseppe e Salvatore Asta; di Pietro Sanua e di Angelo Vassallo. Siamo andati a cercare i loro famigliari e le persone a loro vicine per poter raccontare la loro storia, ma soprattutto la loro testimonianza».

Primo appuntamento sulla strage di Pizzolungo

Il primo appuntamento, giovedì alle ore 18.30, vedrà protagonista Margherita Asta. Il giornalista Gigi Marinoni intervisterà la figlia di Barbara Rizzo e sorella di Giuseppe e Salvatore, tutte vittime innocenti di quella che fu definita la strage di Pizzolungo, nel Trapanese (nella foto in alto). Il 2 aprile 1985 Barbara Rizzo Asta stava accompagnando i suoi due figli gemelli di 6 anni, Giuseppe e Salvatore, a scuola; durante il tragitto, l’utilitaria guidata dalla mamma incrociò l’auto del sostituto procuratore di Trapani Carlo Palermo, che si era trasferito nel febbraio di quell’anno dalla Procura di Trento per continuare a indagare su mafia, massoneria e politica. Palermo si trovava nella città siciliana da 50 giorni e aveva già ricevuto diverse minacce. Un’autobomba posizionata sul ciglio della strada esplose nel momento in cui passarono le due auto: l’utilitaria fece da scudo all’auto del magistrato, che rimase solo ferito, mentre nell’esplosione morirono dilaniati la donna e i due bambini.

Marinoni intervista il figlio del “sindacalista dei fioristi”

Mercoledì 17 giugno, sempre alle 18.30, Gigi Marinoni intervisterà poi Lorenzo Sanua, che perse il padre Pietro nel 1995, ucciso in un agguato mafioso a Corsico. Pietro Sanua era conosciuto come il sindacalista dei fioristi, essendo dirigente dell’associazione nazionale venditori ambulanti. All’alba del 5 febbraio 1995, mentre stava andando a lavorare con il suo furgone insieme al figlio, fu colpito da un proiettile e morì, senza che nessuno vedesse il killer. Originario della provincia di Potenza, aveva 47 anni. Da sempre impegnato sul fronte della legalità, aveva denunciato il giro di tangenti e il racket dei fiori intorno all’Ortomercato di Milano e si era fatto promotore di una battaglia contro l’abusivismo. Un impegno che gli costò la vita.

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