Morti al Girasole, il Pd di Somma prende le distanze da Locurcio ma lo salva

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SOMMA LOMBARDO – Dieci voti contrari, sei favorevoli: il Pd e il centrosinistra non tradiscono Gerardo Locurcio (Somma al centro), ma prendono le distanze dalle sue pesanti affermazioni in merito ai morti Covid all’interno della casa di riposo “Il Girasole”.  Secondo le opposizioni di centrodestra, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare un vaso colmo da tempo e così hanno presentato ieri sera 8 giugno in Consiglio comunale, in diretta video, la mozione di revoca nei confronti del presidente Locurcio. Una situazione particolare – anche a causa della mancata nomina di un vicepresidente – e una lista con più punti che hanno spinto la minoranza ad avanzare la richiesta, fra i quali spiccano le accuse di una mancanza di neutralità, un linguaggio non consono alla carica e, soprattutto, gli interventi via social ritenuti eccessivi nei confronti del Girasole, in piena crisi Coronavirus. Su questo punto Pd e Somma civica condividono, ma per i gruppi di maggioranza Locurcio deve restare al suo posto.

Non un attacco alla persona

Subito chiara l’opposizione: «Questa richiesta non vuole essere un attacco alla persona di Gerardo Locurcio, ma alla figura istituzionale che ricopre», ha detto Manuela Scidurlo (FdI). Non ci girano troppo intorno gli esponenti della minoranza e, fra i motivi che hanno spinto alla sfiducia, spicca la questione del Girasole. Nei mesi scorsi, il presidente si è espresso sui tamponi arrivati troppo tardi nella casa di riposo, provocando una serie di reazioni da parte dei gruppi della minoranza, oltre che del presidente della struttura, Daniele Consonni. Affermazioni espresse in maniera sostenuta: «Ho questo stile, in politica tendo ad avere toni poco leggeri», ammette lo stesso Locurcio, portando la maggioranza ad esprimersi su due fronti. «I toni e i contenuti dei post non ci sono piaciuti, ci sentiamo vicini alle persone che hanno affrontato questa difficile situazione e ai dolori dei lutti – dichiara la capogruppo del Pd, Alessandra Apolloni – tuttavia non condividiamo la mozione: ogni intervento politico di Locurcio, in qualità di consigliere di Somma al Centro, era stato fatto con la premessa di un distacco dalla veste di presidente». E ha citato l’articolo 21, affidandosi al passo della Costituzione dedicato alla libertà d’espressione, anche politica. «Libertà di parola non significa poter dire o scrivere tutto ciò che passa per la testa», ha sottolineato Laura Besnate (Forza Italia), motivando il suo voto favorevole alla mozione di revoca. Matteo Zantomio (Lega) ha invece notato «con piacere» la netta presa di distanza di Apolloni – e poco dopo di Andrea Grossoni (Somma civica) nei confronti delle accuse rivolte al Girasole da Locurcio, cogliendo di fatto il dato politico più significativo della discussione.

Voto palese o segreto?

Fra le questioni affrontate in Consiglio c’è  stata anche quella sulla modalità del voto: palese o segreto? Due in particolare le situazioni da valutare. Il primo problema riguardava gli obblighi di questo periodo, che costringono a confrontarsi a distanza, rendendo praticamente impossibile la pratica di un voto segreto; in secondo luogo, il voto segreto, se messo a confronto con quello che nel 2015 aveva portato alla votazione del presidente, perde ora la possibilità di indicare una preferenza, rendendola di fatto una scelta che si limita a essere favorevoli o contrari alla mozione, o al limite ad astenersi. Inutile quindi optare per la segretezza, in favore di un voto alla luce del sole. Il segretario comunale Annachiara Affaitati, chiamata in soccorso, ha ipotizzato anche di rimandare la votazione a circostanze migliori, richiamando i capigruppo a valutare la decisione più corretta. Eventualità che è stata messa subito da parte da tutti, anche dal sindaco Stefano Bellaria: «Penso che non ci siano nemmeno più gli estremi per questa evenienza – ha dichiarato il primo cittadino – Abbiamo messo la questione all’ordine del giorno, ora ne discutiamo e al limite stacchiamo la diretta, poi ci ricolleghiamo». Non è stato necessario: maggioranza e opposizione hanno deciso di non privare i cittadini collegati dello scontro in diretta Youtube.

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