Lombardia ideale rischia di morire in culla. E Insieme e futuro con lei

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VARESE – “Non vanno da nessuno parte”. Qualcuno, riferendosi a Lombardia ideale, l’aveva sentenziato prima ancora che nascesse. Ma ora che il nuovo contenitore politico è stato dato alla luce, sembra sia già morto in culla prima ancora del battesimo elettorale delle Europee. La creatura benedetta dal governatore della Lombardia Attilio Fontana e dai vertici lombardi della Lega (ma a quanto pare non da tutta la Lega) ha creato sconquasso. Questo è certo. Ma chi ora rischia di lasciarci la pelle (politica), più ancora di Forza Italia, sono proprio i lombardi ideali e in particolare le correnti di Insieme e futuro e Orizzonte ideale. Già, perché sul loro ipotizzato ingresso in Lega, nel Carroccio si è aperto un acceso, seppur tutto sotto traccia, dibattito. Tanto che perfino la conferenza stampa, prevista per sabato prossimo a Varese, per annunciare anche su scala provinciale la nascita del nuovo contenitore politico, è stata messa sotto ghiaccio. E secondo le ultime indiscrezioni non si farà.

Prima i nostri

Matteo Bianchi, nell’intervista a Malpensa24, in maniera elegante, ma inequivocabile parlando di chi, nel centrodestra, ha pieno diritto di sedersi al tavolo delle trattative politiche, ha detto: “Chi è uscito dalla porta non pensi di rientrare dalla finestra”. Ovvero, Lombardia ideale deve mettere da parte qualsiasi ambizione di essere considerata un soggetto politico con pari dignità di Forza Italia, Fratelli d’Italia e, appunto, della Lega. Parole che sono diventate pietre. Anzi macigni. Buttati addosso a una creatura, forte sulla carta ma ancora fragile nella realtà e che, secondo spifferi e sussurri, sta facendo fatica a reggere il peso di quella che è risultata essere a tutti gli effetti una porta chiusa. Sbattuta in faccia.

Insomma, se Bianchi aveva in mente di colpire il bersaglio, molto probabilmente ha fatto centro. Perché oltre alle dichiarazioni ufficiali del segretario provinciale del Carroccio, fin dal giorno dell’annuncio della nascita di Lombardia ideale (e in quelli a seguire), in casa Lega sono volati gli stracci. Certo, tutti hanno fatto buon viso a cattiva sorte. Nel senso che ufficialmente ha parlato solo Bianchi. Ma nelle segrete stanze i toni, di più di un leghista, si sono alzati. Eccome se si sono alzati. Al pari delle preoccupazioni di veder entrare in Lega voti (quanti? Tutto da vedere), ma anche appetiti. Di posti al sole, ma anche in lista o comunque per posizioni di potere. Tanto che più di un padano pare abbia posto il problema: “E i nostri?”. Domanda lecita. Che in maniera ancor più chiara è suonata così: “E ai leghisti di lunga data, quelli fedeli, da tempo in attesa di un’occasione, chi gli dice di farsi un po’ più in là per soddisfare i nuovi arrivati su un Carroccio lanciatissimo a tentare l’en plein ai prossimi giri elettorali?”. Insomma in Lega c’è chi s’è fatto un baffo del fatto che a fare da garante ci sia nientepopodimeno che il governatore Fontana e il segretario nazionale del partito Grimoldi. L’obiettivo degli intransigenti è rinserrare le fila, nella convinzione che la messe di voti ci sarà comunque. E indipendentemente dall’apporto di questo contenitore. Se poi, i lombardi ideali, di loro sponte, volessero portare acqua al mulino leghista, facciano pure. Senza però pretendere tessere e posti.

Dove stiamo andando?

Questo invece è il quesito che, all’improvviso, è balenato in molte teste di chi oggi fa parte di Insieme e futuro. Già perché le parole di Bianchi hanno come provocato un brusco risveglio. Da quello che sembrava il sogno di aver trovato, se non un approdo politico sicuro, per lo meno un percorso protetto. Lontano da veleni e mal di pancia alla base della diaspora da Forza Italia. Ma quel “niet” di Bianchi, non solo ha negato la possibilità di avere un nuovo tetto sopra la testa, ma ha lasciato tutti in mezzo al guado. Lontano dalla sponda lasciata e nemmeno vicino all’altra riva. E lì, in ammollo, più di un esponente di Insieme e futuro ha iniziato a a valutare lo stato dell’arte. Cioè che Lombardia ideale non ha uno statuto e neppure regole chiare. Ha però quale punto di riferimento Matteo Salvini (l’ha più volte ribadito Fontana), ma in Lega non possono mettere piede. E se queste sono le premesse, la fine del ragionamento è: “Allora perché andare in quella direzione?”. E soprattutto: “Perché sacrificare, senza la certezza di avere una gratificazione politica, l’esperienza di Insieme e futuro che, tutto sommato, continua a calamitare il malcontento forzista?. Da qui è partito il “fermi tutti”. Una pausa di riflessione sul “che fare?”, o in attesa di capire.

Cosa può succedere

Dire come verrà dipanata la matassa non è semplice prevederlo. In Lega è chiaro che ci sono due visioni su Lombardia ideale, come è chiaro che nessuno dei leghisti che si sono spesi per questo progetto si straccerà le vesti qualora il contenitore dovesse svuotarsi. In Forza Italia l’imperativo è stare fermi, poiché il problema è tutto in capo al Carroccio. Dentro Insieme e futuro, invece, chi viaggia sul filo del rasoio è Luca Marsico, il quale più che chiarire, dovrà convincere la sua truppa a fare come i marinai di Ulisse e turarsi le orecchie con la cera per non ascoltare le tanti voci che circolano. A questo punto più pericolose del canto delle sirene.Ma con la consapevolezza del rischio che corre, qualora le cose non dovessero andare come sono state prospettate. O immaginate.

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