Sì alla giornata della legalità lonatese. Verderio: «Ma tutti rinneghino la ‘ndrangheta»

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LONATE POZZOLO – Sì alla giornata della legalità lonatese ma «Ci dovrà essere una forte presa di distanza da certi personaggi da parte di chi l’ha proposta». Densa riunione della Consulta sulla Legalità del Comune di Lonate Pozzolo che ha visto, tra gli altri, la presenza del comandante della polizia locale Emanuele Mattei e la richiesta di essere presenti (sempre virtualmente) di carabinieri e guardia di finanza. Sì alla campagna PizzoFree in tutti i negozi cittadini che vorranno aderire, con l’esposizione di un apposito logo che sarà probabilmente distribuito dagli studenti delle scuole, per indicare la precisa scelta di dire no alle estorsioni di quel particolare negozio. L’adesione si auspica potrebbe essere unanime.

Basta piedi in due scarpe

Ma è il punto sull’istituzione della giornata della legalità lonatese a tenere banco davanti a un pubblico foltissimo (nella media della consulta 33 persone connesse nella serata di ieri martedì 9 febbraio). La proposta avanzata dal centrodestra di Lonate Pozzolo, nello specifico dai gruppi Forza Italia, Lega, Unione di Centro, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia, ha ovviamente raccolto il favore di tutti ed è stata accolta: data messa sul tavolo quella del 23 maggio anniversario della strage di Capaci simbolo nazionale di quanto la mafia (in questo caso la ‘ndrangheta) può far male ma anche di quanto ci possa fare avanti per combatterla. Il sindaco Nadia Rosa ha parlato di «Una presa d’atto da parte di chi ha avuto l’appoggio più o meno consapevole di certi personaggi». Più diretto è stato Modesto Verderio, presidente di Sap, consigliere di opposizione eletto tra le fila di Grande Nord, tra i grandi accusatori degli ‘ndranghetisti lonatesi già all’epoca dell’operazione Bad Boys tanto da rischiare un pestaggio punitivo all’epoca, già oggetto di attacchi social da parte di Antonio Casoppero, figlio di Cataldo Casoppero, già condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso dopo gli arresti del 2009 e ricondannato in primo grado a 14 anni in primo grado dopo i fatti dell’operazione Krimisa nel luglio scorso. Antonio Casoppero, seppur curiosamente sotto il nome della compagna (ma in video con il proprio volto) ieri era tra il pubblico della consulta.

Un fulmine a ciel sereno

Verderio è stato chiarissimo in relazione alla mozione del centrodestra: «Non voglio fare polemica – ha esordito Verderio rivolto evidentemente al centrodestra che ha promosso la mozione – Ben venga questa mozione promossa da forze politiche per le quali la presenza della ‘ndrangheta a Lonate è apparsa come un fulmine a ciel sereno. Ci fa piacere che adesso se ne siano accorti». Verderio ha proseguito: «Quando io mi sono candidato ho precisato pubblicamente che non volevo i voti della ‘ndrangheta. Che questi personaggi dovevano starmi lontani. Le forze politiche di opposizione che hanno promosso questa mozione tronchino ogni tipo di eventuale rapporto anche casuale. Non tengano i piedi in due scarpe, ma in una scarpa sola. Ci deve essere chiarezza: basta fulmini a ciel sereno seppur dopo anni di indagini. E se sono certo le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, queste forze di opposizione rinneghino i rapporti con alcuni personaggi. La distanza da loro deve essere forte. Ho molto ammirato i figli dei siciliani che hanno denunciato i padri mafiosi: si faccia così anche a Lonate».

Campagne diffamatorie sui social

Si chiude con le problematiche rilevate a Lonate che si annidano, in gran parte tra i social. Il sindaco Nadia Rosa cita Sei di Lonate Pozzolo se…quale ricettacolo «Di maleducazione e accuse false soprattutto nei confronti dell’amministrazione». Il gruppo, questo è storia, è attualmente amministrato dalla moglie e da un amico di Casoppero figlio. I post in questione, che sembrano una campagna elettorale iniziata in anticipo contro l’amministrazione Rosa, insieme alla ormai celebre lettera anonima in rima recapitata ad alcuni amministratori (il cui autore resta ad oggi del tutto sconosciuto) sono oggetto di attenzione sia della Dda di Milano, che ha sentito Rosa quale teste, che della Digos di Varese. «Ogni falsa notizia diffamatoria – ha detto il sindaco – è stata e sarà segnalata all’autorità giudiziaria. E ciascuno si assumerà le proprie responsabilità».

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