Maffioli: «A Busto la cultura ha fame di spazi. Auditorium Borri possibile risposta»

BUSTO ARSIZIO – «La cultura è industria e produce PIL. A Busto ha la C maiuscola. E ha fame di spazi». Nel secondo “gazebo virtuale” della sezione cittadina della Lega è la vicesindaco e assessore alla cultura e allo sviluppo del territorio Manuela Maffioli ad essere protagonista, parlando della «cultura come fattore di sviluppo». Tra le arti in cui Busto eccelle c’è la musica: «La domanda c’è, l’offerta c’è. L’auditorium al Borri potrebbe essere la risposta». E tra le novità annunciate per il prossimo futuro c’è «il ritorno del festival del libro», il B.A. Book.

“Con la cultura si mangia”

“Con la cultura non si mangia” sentenziò anni fa un ministro dell’economia. A Busto Arsizio Manuela Maffioli prova a sfatare questo mito da quando ha assunto le due deleghe della cultura e dello sviluppo del territorio, proprio per dimostrare che «la cultura è un fattore di sviluppo, non solo per la crescita delle persone ma anche in senso economico». Perché «dietro ad ogni attività culturale, al netto della bontà etica, civile, sociale e di arricchimento personale, c’è un importantissimo risvolto di carattere economico».

Il valore della cultura

«La cultura ha anche un valore materiale – sottolinea Maffioli – è un’industria, produce PIL e ha anche pagato un prezzo economico nel periodo della pandemia». L’assessore snocciola i dati 2018 della Fondazione Symbola, secondo cui l’Italia ha il primato europeo per numero di imprese culturali, 416mila con un’incidenza del 6,8% sul complesso delle attività, per un fatturato complessivo di 96 miliardi di euro (+4% rispetto al 2017) e un milione e 250mila occupati. Con la «Lombardia prima regione in Italia con 25,4 miliardi di euro di valore aggiunto e 365mila occupati, oltre al maggior numero di siti Unesco, tra cui Crespi d’Adda tanto cara ai bustocchi».

La rete e l’offerta di qualità

E allora Busto deve crederci. Maffioli sta facendo la sua parte, valorizzando la rete e la cabina di regia, promuovendo i tavoli e gli stati generali. «Sono le associazioni il vero patrimonio – sottolinea la vicesindaco leghista – la cultura a Busto ha la C maiuscola, è strategica per gli individui, la collettività e le attività economiche, non è una delega di poco peso». L’esempio è la mostra di fiber art di Maria Lai, che ha fatto capire in modo tangibile che «un’offerta di qualità richiama pubblico, anche pagante. C’è una domanda culturale e c’è un ritorno quando la si soddisfa». E «indotto, sponsorizzazioni e biglietti pagati possono sopperire alle minori risorse che ha rispetto ad altri settori».

«C’è fame di spazi»

Per assecondare la cultura come fattore di sviluppo servono anche le strutture. E a Busto, ammette Manuela Maffioli, «c’è fame di spazi, strutture dentro le quali la cultura possa abitare». Spazi «per le mostre temporanee», con palazzo Cicogna in overbooking. Spazi «per la fotografia», che a Busto “sforna” il festival europeo di AFI e un evento come “Dia sotto le stelle”. E tra le eccellenze a caccia di luoghi per esprimersi spicca la musica, con tutti i festival che Busto propone (B.A. Classica, Eventi in Jazz, la stagione sinfonica e quella chitarristica): «Di dedicare loro uno spazio si parla da tempo, penso sia opportuno e doveroso – rivela l’assessore – uno spazio che manca in tutto il territorio dell’Altomilanese. La domanda c’è, l’offerta c’è, manca il “dove”. E l’auditorium per la musica al Borri potrebbe essere la risposta».

Lasciare il segno?

La diretta Facebook del gazebo virtuale viene seguita da molti operatori culturali bustesi, che rivolgono complimenti e messaggi di incoraggiamento alla vicesindaco Maffioli. E alla domanda, fatta da Domenico Donadio che insieme a Vincenzo Marra cura la svolta digitale della sezione della Lega, su quali siano i segni lasciati dalla sua esperienza come assessore, Maffioli ne cita due: «Uno immateriale, la consapevolezza acquisita che la cultura è un settore in cui investire. E uno materiale, il lavoro sul tessile, che è tradizione ma che può portare turismo»

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