Malnate, la Lega stana il centrosinistra: tra PD e Bellifemine amore finito?

Il sindaco Irene Bellifemine e la t-shirt incriminata

MALNATE– Un sindaco con… le palle da basket a rompere l’idillio e una maggioranza che non scende tutta in campo a difendere il proprio leader. In più, per quelli che giocano la partita, visto che di mezzo c’è la pallacanestro, oltre alla maglietta “inopportuna” donata e indossata dal primo cittadino, si può dire che attuano una difesa “a zona”. Scelta tattica pericolosa.

Le certezze del sindaco

Risultato senza troppi giri di parole: Irene Bellifemine esce dal consiglio comunale di ieri sera (mercoledì 12 luglio) con due certezze. La prima: la sua maggioranza non la manderà a casa. Almeno per ora. La seconda: una parte della stessa maggioranza, Pd in primis, le ha fatto capire che sul suo secondo mandato ha più di un dubbio. Ma andiamo con ordine.

Galeotta la maglietta

Tutto parte da una t-shirt donata al sindaco dagli organizzatori di un torneo di basket benefico che si è tenuto a Malnate nei giorni scorsi. Maglietta in cui è stato stampato la scritta: “io sindaca non credere che non abbia…” e disegnato due palle da basket. E ancora. Irene Bellifemine quella maglietta l’ha indossata, si è fatta fotografare e ha fatto un post su Facebook.

A suscitare l’indignazione e la mozione della Lega è stato lo stemma del Comune di Malnate posizionato proprio al centro della maglietta. «Uso improprio dello stemma», ha tuonato la consigliera leghista Paola Cassina, prima firmataria del documento con cui cui ha chiesto tra le varie cose: la rimozione del post; le scuse del sindaco urbi et orbi e la condanna dell’utilizzo improprio dello stemma istituzionale.

L’esito del voto

La mozione è stata respinta, il sindaco Bellifemine ha detto di voler rimuovere il post, ma ha anche difeso iniziativa, maglietta donata e onorabilità dell’istituzioni che «rappresento». Esito del voto 6 a 3, anche per via degli assenti della minoranza e della maggioranza.

A fare rumore però sono gli astenuti della maggioranza, ovvero coloro che non hanno accolto la mozione leghista, ma nemmeno hanno difeso il loro (?) sindaco a spada tratta. E tra questi, due consiglieri (di cui uno è anche segretario cittadino) del Partito democratico. PD che, su 5 esponenti in consiglio, ha visto solo il voto di Cecilia Carangi a favore della Bellifemine.

E ora?

Nulla, si va avanti, perché il messaggio è stato lanciato. I numeri sono lì da vedere e i voti (tra contrari e astenuti) sembrano essere stati pesati alla perfezione: giusti giusti per far capire che basta poco a mandare tutto a carte quarantotto in anticipo. A meno di un anno dal voto. Ed è qui che sta il nocciolo.

Da tempo, infatti, si sussurra che in maggioranza non tutto e rosa e fiori. La stessa leghista Cassina l’ha buttato lì l’altra sera in consiglio. E il pomo dei dissapori pare sia proprio il secondo mandato della Bellifemine. La mozione della Lega, insomma potrebbe essere stata utilizzata come grimaldello nel centrosinistra per aprire un confronto sulle prossime elezioni. Che significa, se si guardano i numeri della vittoria di cinque anni fa, giocare con il fuoco poiché il distacco dal centrodestra non è abissale. Anzi. Insomma, mettere in discussione Irene Bellifemine, potrebbe anche voler dire innescare uno strappo e dare vita a un azzardo. E il vecchio detto si potrebbe quindi adattare così: tra i due litiganti… il centrodestra gode.