Malpensa, ali spezzate

IL TRAFFICO AEREO E' CROLLATO DI OLTRE IL 90% NEGLI AEROPORTI DEL NORD E NEI CIELI D'EUROPA. ECCO PERCHE' LA RIPRESA SARA' DURISSIMA

Il trasporto aereo è il settore che pagherà, insieme al turismo, il prezzo più pesante dell’emergenza. L’ICAO, l’organismo delle Nazioni Unite che gestisce le questioni legate al settore dell’aviazione civile, ha elaborato un documento di analisi sull’impatto economico che avrà il covid-19, soprattutto nei prossimi mesi. Il crollo del traffico è evidente a tutti: Malpensa ha una riduzione di oltre il 90% del traffico, in pratica operano quasi esclusivamente i voli per i rimpatri, i voli ambulanza e i voli di Stato. Sull’intero network europeo siamo passati da 36mila sorvoli al giorno a 2mila, con un calo del 95% circa. Linate ha registrato un crollo del 98% dei voli, Fiumicino del 91%.

Ma quali sono le prospettive di ripresa? Secondo l’ICAO sono tragiche. Nel giro di un paio d’anni, il traffico aereo potrà risalire al 25-30% dei valori precedenti al covid. Ma ci vorranno anni per una ripresa totale. Cerchiamo di capire perché.

  1. LE DISTANZE FRA I PASSEGGERI A BORDO – Il distanziamento e il divieto di assembramenti sono i due punti cardine per contrastare l’infezione. Questo significa che non viaggeremo più uno accanto all’altro, ma i passeggeri saranno posizionati mantenendo posti liberi fra l’uno e l’altro, quindi separati. Le compagnie non potranno più vendere, quindi, tutti i posti a bordo, ma solo una parte di essi. E se un aereo trasportava prima 300 passeggeri, domani ne portrà portare solo la metà, o anche meno.
  2. IL PREZZO DEI BIGLIETTI – Le tariffe di conseguenza aumenteranno, perché a causa della separazione obbligatoria e del drastico dimezzamento (e oltre) del numero di passeggeri, il prezzo “pro capite” di ciascun biglietto raddoppierà, altrimenti la compagnia non potrà coprire i costi operativi del volo.
  3. DISPONIBILITA’ ECONOMICHE – L’aumento delle tariffe dovrà fare i conti con le disponibilità del portafogli di ciascuno, che si ridurranno sensibilmente per via della recessione mondiale, della perdita del posto di lavoro (la cassa integrazione e gli ammortizzatori sociali comportano la riduzione del reddito) e dell’inflazione (inevitabile). Meno soldi in tasca significa dover tagliare spese superflue, fra cui i viaggi in aereo. Andremo in vacanza come negli anni Cinquanta, in Liguria, in Toscana e sulla riviera romagnola.
  4. IL CROLLO DEL TURISMO – La chiusura delle frontiere e l’isteria collettiva derivante dal terrore del contagio comporteranno un crollo del turismo dall’estero verso l’Italia (traffico aereo in entrata) e del turismo italiano verso le principali destinazioni all’estero: ci saranno sempre meno persone propense a fare viaggi e non ci saranno più i voli di prima per raggiungere paradisi come le Maldive, le Seychelles, i Caraibi. Le compagnie infatti concentreranno i voli sulle main destinations, cioè su quelle destinazioni a maggior richiesta, guardandosi bene dall’avviare operazioni a rischio, cioè che richiedono investimenti senza la certezza di avere passeggeri a bordo. Quindi oltre a mancare i passeggeri, mancheranno i voli e sarà una spirale nella quale un aspetto alimenta l’altro.
  5. LA FINE DELLE LOW COST? – Se negli ultimi vent’anni il trasporto aereo ha beneficiato del contributo strategico delle low cost, la prospettiva ora è quella opposta, perché punto di forza delle low cost (ricordate i Londra, Parigi, Madrid a 50 euro andata e ritorno?) era proprio il numero di passeggeri a bordo, cioè voli sempre pieni che consentivano il contenimento delle tariffe. Ma se scatteranno – come pare inevitabile – i distanziamenti, addio concentrazione di passeggeri e relative tariffe low cost.
  6. BUSINESS CLASS ADDIO – Sempre più aziende hanno capito che il futuro è nelle videoconferenze, complice il periodo di smart working che ha dimostrato tutta la sua efficacia: meno costi, meno perdite di tempo, meno problemi, meno rischi. I dirigenti, quindi, saranno sempre più indotti a utilizzare i moderni e rapidi sistemi di lavoro, piuttosto che prendere uno scomodo aereo per volare a Singapore, impegnado 3 o 4 giorni. Svuotando le classi business, si abbatterà la fascia di profitti che giustificava i voli verso alcune destinazioni “mondiali”.

Questo lo scenario. Salvo vaccino, ovviamente, nel qual caso (appena pronto) consentirà una ripresa più rapida e un più rapido avvicinamento allo scenario pre-covid. E salvo che il prossimo anno non arrivi il Covid-20: qualsiasi tipo di gesto scaramantico da questo momento è ammesso.