Malpensa riparte ma per gli hotel è crisi profonda. Più della metà restano chiusi

Malpensa crisi hotel chiusi

MALPENSA – Lunedì 15 giugno il Terminal 1 riapre. Ma a Malpensa gli hotel dell’indotto restano chiusi. Sono più della metà i grandi alberghi che hanno scelto di non aprire, decisione obbligata a fronte di un numero di prenotazioni ancora troppo basso.

Hotel aperti ma camere vuote

Solo il 40 per cento degli alberghi italiani è attualmente aperto, il 26,8 ha già deciso che rimarrà chiuso per tutto giugno e solo il 78,9 prevede di essere aperto ad agosto. Le statistiche nazionali vanno riviste al ribasso intorno a Malpensa, dove tra le grandi catene hanno riaperto o stanno per riaprire soltanto l’Holiday Inn, lo Sheraton, il Novotel, l’Hilton e l’Shg. Al momento, però, l’indice di riempimento delle camere è nettamente inferiore al limite di sopravvivenza. A fronte di un offerta pari a 400 stanze, c’è un noto albergo poco distante dal T1 che da giorni conta un numero variabile tra 10 e 16 clienti. Troppo pochi per resistere a lungo, se si considera che una regola base del settore è avere un’occupazione superiore al 50 per cento per evitare di andare in perdita. Infatti c’è chi, coerentemente, ha scelto di restare chiuso. Come il Moxy, dove le luci sono spente ora che il Terminal 2 è ancora operativo e lo rimarranno a maggior ragione da lunedì, quando tutto il traffico verrà spostato al T1.

Estate al ribasso

Riaprire subito, secondo gli imprenditori del settore ricettivo, è un azzardo. Perché a Malpensa lunedì non soltanto si stimano circa 8mila passeggeri contro gli 80mila del periodo pre-Covid, ma al momento  il traffico è composto quasi esclusivamente da voli di corto e medio raggio. «E da noi dorme chi arriva dall’Australia, non chi deve volare a Catania», sottolinea Patrizio Strino, titolare dell’Hotel Cardano. Senza contare che la clientela business al momento è prossima allo zero, proprio come gli equipaggi delle grandi compagnie intercontinentali. Per tutta l’estate, dunque, l’intera offerta ricettiva attorno a Malpensa è sovradimensionata rispetto alla reale domanda. Se riaprissero tutti, fallirebbero tutti.

Le prospettive future

Anche ragionando nel medio periodo le prospettive non sono buone. Si prevede qualche fiammata autunnale – sempre che alcuni grandi eventi e le fiere a Milano attualmente programmate nel frattempo non vengano annullate – prima del trimestre novembre-gennaio, da sempre attorno a Malpensa il periodo di bassa stagione. «Forse cominceremo a vedere qualche segnale di ripresa da febbraio 2021», dice Strino. Ma fino ad allora, chi potrà reggere l’urto? Chi resisterà con costi fissi che restano alti e la cassa integrazione garantita ancora per due mesi? «La crisi non c’è soltanto attorno a Malpensa ma in tutti gli aeroporti italiani», spiegano dall’Hotel Cardano. «Per questo motivo serve un intervento deciso e immediato da parte del governo. La piazza del mondo alberghiero va tranqullizzata e lo si può fare soltanto in un modo: vietando i licenziamenti e garantendo gli ammortizzatori sociali almeno fino alla fine dell’anno».

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