Maltrattamenti all’asilo di Fagnano, genitori divisi. C’è chi tiene a casa i figli

FAGNANO OLONA – «L’asilo di Fagnano non è la scuola degli orrori come qualcuno sta tentando di dipingerla in maniera forse troppo affrettata». E’ questo il messaggio che i vertici di Geasc e il sindaco hanno espresso, in maniera condivisa anche da buona parte dei genitori, durante l’incontro che si è tenuto ieri (1 maggio) per affrontare e, per quanto possibile fare chiarezza, il caso dei maltrattamenti nei confronti di alcuni piccoli. Ma la platea dei presenti è divisa, e oggi qualcuno non ha portato il proprio bambino all’asilo.

Educatrici al loro posto

Geasc ha scelto la linea garantista e la risposta di alcune famiglie è stata quella di tenere i figli a casa. «O ti fidi ciecamente oppure non lasci tuo figlio per sette ore in un posto», spiega un papà, che chiede di mantenere l’anonimato. «Ritengo inaccettabile che si sia scelto di tutelare due adulti piuttosto che intraprendere azioni immediate a tutela dei bambini. Nessuno punta il dito contro le due educatrici indagate, ma qui si è preferito attendere anni l’esito di un eventuale processo. Che magari non stabilirà che si tratta di un reato, ma se anche c’è stato soltanto uno schiaffo potrebbe trattarsi di un bornout che si sta sottovalutando». E’ lo stesso padre a ricordare che invece c’è anche un’ampia fetta di genitori che difende a spada tratta il nido, «una struttura che io stesso fino a ieri avrei consigliato a chiunque»

L’incontro con genitori e Geasc

Ci sono ancora molte situazioni in chiaro-scuro da affrontare e approfondire nelle opportune sedi. Ma nel faccia a faccia con i genitori sono stati fissati alcuni paletti. Così racconta più di un partecipante. Punti che cerchiamo di riassumere qui di seguito.

Primo: le denunce ai carabinieri riguardo a presunti maltrattamenti nei confronti dei piccoli sono due. E sono state sporte da genitori, uno dei quali, ieri, ha detto in maniera chiara di averlo fatto dopo aver notato un cambiamento negli atteggiamenti del figlio. Padre che poi ha anche spiegato di aver iscritto il figlio più piccolo sempre nella medesima scuola. Secondo: le telecamere sono state posizionate quasi certamente attorno al 10 giugno scorso e i carabinieri hanno raccolto materiale video per circa 40 giorni. Terzo: gli episodi sotto la lente di ingrandimento sarebbero 7 e vedono al centro diversi bambini. Ma di questi 7 episodi, due si sarebbero verificati prima del posizionamento delle telecamere e quindi sarebbero basati solo sul racconto dei piccoli. Quarto: confermato che le educatrici coinvolte, e al momento solo indagate, sono due e che Geasc, la municipalizzata che gestisce l’asilo, sta valutando cosa fare nell’ottica di tutelare i bambini, le insegnanti stesse e la buona fama della scuola. Tradotto: al momento non c’è alcuna sospensione dal lavoro per le educatrici coinvolte.

La voce dei genitori

E i genitori? La platea presente in merito alla questione si è (normale che sia così) divisa tra i tanti che continuano a credere nella professionalità delle educatrici e nella scuola, quelli che si tengono su posizione guardinghe e non si spingono né contro né in difesa (a prescindere) di scuola e insegnanti e quelli che invece puntano il dito. Certo è che la situazione, seppur non consumata nel giro di pochi giorni visto che le telecamere risalgono a prima dell’estate, quando è emersa ha avuto l’effetto di una doccia gelata, sotto la quale sono finiti scuola, amministrazione, Geasc, famiglie e coloro che hanno bisogno più di tutti della massima tutela, ovvero i bambini.