A Busto 8 milioni di affitti da riscuotere. L’assessore: «Piani di rientro o sfratto»

BUSTO ARSIZIO – C’è una cifra, nel rendiconto di gestione del 2022 di palazzo Gilardoni, che ha fatto discutere in consiglio comunale: sono gli 8,9 milioni di euro di “residui attivi per fitti e canoni patrimoniali”, di cui 3,1 milioni nel solo 2022, segnalati dal capogruppo del PD Maurizio Maggioni. In larga parte si tratta di canoni di affitto per gli alloggi popolari mai pagati: «Crediti che ci portiamo dietro anche da venti-trent’anni – ammette l’assessore alla partita Paola Reguzzoni – ora arriveremo al dunque: piano di rientro oppure sfratto per chi non paga».

La segnalazione

Il dato è stato evidenziato nel corso della discussione in sala esagonale dal consigliere Dem Maggioni: «8,9 milioni di residui attivi per fitti e canoni patrimoniali, a partire dal 2018. Solo nel 2022 assommano a 3,1 milioni, di cui riscossi solo 300mila euro. Se si considera che rinviamo 600mila al fondo dubbia esigibilità, restano 8,3 milioni che sembrano accumularsi lungo gli anni senza che ci sia un intervento preciso e mirato». I residui attivi, nel bilancio comunale, rappresentano la differenza tra accertamenti (entrate che si prevedevano di incassare a inizio anno) e riscossioni (somme effettivamente incassate).

Il piano dell’assessore

«Una parte consistente dei residui sui canoni sono relativi agli alloggi di edilizia popolare – rivela l’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni – è un peso che l’amministrazione si porta dietro anche da venti-trent’anni, arrivando ad avere soggetti ospiti che hanno cumulato anche oltre 40mila euro di debiti». Un problema che in via Roma stanno affrontando: «Sto ricevendo singolarmente ogni nucleo familiare per valutare la situazione e addivenire ad un rientro – fa sapere l’assessore leghista – sarà graduale, per chi ha delle necessità, perché la gratuità non è prevista mai anche nei casi di maggiori difficoltà economiche, mentre per chi volutamente non ha pagato si procederà con gli sfratti».

I canoni “sportivi” rinviati

Ma non ci sono solo gli alloggi popolari nel novero degli “affittuari” che sono indietro con il pagamento dei canoni: anche tra gli impianti sportivi in concessione si sono registrati, nel 2022, dei mancati incassi, anche se non imprevisti. Lo ha spiegato l’assessore allo sport Maurizio Artusa, snocciolando le cifre: per la piscina, accertato 319mila euro e incassato zero; per i campi da tennis, 13mila euro e incassato zero; per lo stadio Speroni, 30mila euro e incassato zero. «C’è una rivisitazione in atto di questi tre contratti per diverse motivazioni – sottolinea Artusa – sulla piscina è in corso una verifica dell’inquadramento fiscale del canone dovuto al Comune e del corrispettivo da versare al concessionario (da parte del Comune, ndr), mentre sui campi da tennis è in corso la revisione del piano economico-finanziario a seguito alla crisi energetica, per venire incontro al gestore rispetto ai rincari, e anche per lo stadio con la Pro Patria è in via di ridefinizione la convenzione sulla base dei lavori fatti in precedenza, la cui contabilizzazione è in attesa di riscontro».

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