Busto, donne musulmane fanno il bagno alla Manara vestite. «Problema igienico»

BUSTO ARSIZIO – «E’ igienico fare il bagno vestite?». Il quesito rimbalza dal mare di Monfalcone alla piscina Manara di Busto, dove l’altro giorno alcune bagnanti, probabilmente di fede islamica, hanno usufruito dei servizi dell’area estiva (vasche compresa) concedendosi, abbigliate e velate, più di un bagno.

Il quesito

A porre la domanda è una mamma bustocca che, dopo aver deciso di passare un pomeriggio alla Manara per trovare sollievo dalla canicola, si è ritrovata con il divieto di fare il bagno. Motivo: uno dei bimbi delle donne («il piccolo chiaramente non ha alcuna colpa», precisa subito Laura – questo il nome di chi racconta) ha fatto i suoi bisogni in acqua. Ma andiamo con ordine, poiché liquidare la protesta della mamma bustocca come becera discriminazione può servire solo ad alimentare l’ipocrisia buonista, che in genere trasforma l’episodio in argomento su cui dare vita a orde di ultras “pro” o “contro”.

Ci sono le regole?

Piscina pubblica con regole scritte, in teoria ben chiare, ma forse non al passo coi tempi di una società che cambia. Anzi, che è già cambiata. «Non capisco per quale motivo – dice Laura – io debba obbligatoriamente fare la doccia e mettermi la cuffia per garantire l’igiene della vasca mentre nulla si dice per chi fa il bagno vestita e velata, anche se con il burkini. Chi mi garantisce che sugli abiti non si annidino germi o batteri?». Ma non solo.

«L’altro pomeriggio, con mia figlia e mia mamma abbiamo pagato quasi 30 euro per ingresso, ombrelloni e sdraio. Ad un certo punto il bagnino ha fatto svuotare la vasca dei piccoli. Motivo? Un bambino aveva fatto i suoi bisogni in acqua. Tutti fuori». Il piccolo era di una delle donne musulmane, poiché la signora (racconta la bustocca) ripresa dal personale, discuteva in maniera animata. «E anche qui, dico che servirebbe rispetto. Lo dico subito, il piccolo non ha responsabilità, ci mancherebbe. Inoltre mi sarei indignata anche se fosse stata una mamma italiana. L’’adulto forse dovrebbe usare costumini adeguati. Oppure la struttura dovrebbe metterlo come regola e farla rispettare. Visto che per quel pomeriggio, pur avendo pagato, la vasca non l’abbiamo più utilizzata per via di quelle feci galleggianti».

Bagno rovinato a tutti i presenti

Ma – chiediamo – nessuno è intervenuto a sanificare? «Credo di sì poiché hanno fatto uscire i bambini. Mia mamma però, che frequenta la piscina in maniera assidua per partecipare ai corsi, ha detto di aver visto qualcosa di strano galleggiare in acqua anche il giorno dopo».

Questione di rispetto non di religione

Dunque, il problema esiste. A quanto pare non solo a Busto. Ricordiamo, infatti, l’intervento della sindaca di Monfalcone che, prima di Ferragosto, aveva eccipito proprio sul fatto che le donne musulmane facesseo il bagno vestite. Ma lì era una questione comportamentale, contestata nei giorni successivi all’uscita del primo cittadino da un flash mob di donne contro quella controversa presa di posizione della prima cittadina..

Il caso di Busto però, al momento, ci sembra molto meno ideologico e molto più pratico. Episodio, fra l’altro, avvenuto in una struttura natatoria che è da mesi al centro di polemiche e che ha avuto un lungo iter burocratico nella ricerca di un gestore. Insomma, dal racconto di Laura si deduce che non è questione di costumi (e nemmeno di costume), bensì di rispetto di norme igieniche. Rispetto che non dovrebbe avere colore ideologico, latitudine geografiche o fede religiosa, ma dovrebbe essere unicamente dettato dal buon senso del vivere in comune.

manara bagno vestite – MALPENSA24