Marcia su Roma, sinistra indignata per i manifesti: «Il marcio su Busto». Ira Anpi

BUSTO ARSIZIO – I manifesti sulla marcia su Roma suscitano la reazione indignata della sinistra a Busto. Un documento del Comitato Antifascista, sottoscritto da diverse sigle (tra cui Verdi, Sinistra Italiana e PCI, ma non il PD), e una nota della sezione cittadina dell’ANPI condannano fermamente quella che non può essere considerata solo goliardia. «Oltraggiosi i manifesti esposti nella via che ricorda Don Minzoni» tuonano i Partigiani. «Il sindaco e il consiglio comunale si esprimano contro questa provocazione – chiedono le forze ricompattate della sinistra – il Comune affigga al posto dei manifesti la stampa della XII disposizione transitoria della Costituzione». Quella che vieta la riorganizzazione del Partito Fascista.

Le reazioni

Nei portici del centro storico di Busto Arsizio, la città più fascista d’Italia. Una caricatura infame sintetizza così Sergio Barletta, storico esponente della sinistra a Busto, i manifesti sulla Marcia su Roma. La matrice del gesto a sinistra è fin troppo chiara, nel «tetro centenario della tetra marcia su Roma», come scrive il Comitato Antifascista nel documento sottoscritto da Alleanza Verdi-Sinistra Italiana-Possibile-Reti Civiche, PCI, Rifondazione Comunista, Sindacato di base ADL, associazione Quadrifoglio, Medicina Democratica e Rete di Cooperazione educativa. Non c’è il PD. «Schifo simile ha imbrattato molte (troppe) piazze e vie delle città della “nazione” come insiste con intenzione a chiamare l’Italia la neo presidentessa del consiglio – si legge nel documento – a fronte di quanti minimizzano la questione fascista nel nostro Paese, non possiamo che riprendere l’antifascismo senza se e senza ma come bussola che ci orienti e come progetto trasformativo del presente. Proprio ed anche perché il presente è questo. Con i fascisti che “di rinfa o di ranfa” fascisti rimangono».

L’appello del Comitato Antifascista

Per il comitato Antifascista «è tempo del distinguo e di sgombrare il campo da ogni ambiguità, pena spalancare ancor di più i portoni alla deriva che corre sui binari di crisi e precarietà, povertà e guerra». L’appello è trasversale: «Perché da questa città giunga un segno chiaro di condanna di quel passato chiediamo a Sindaco e consiglio comunale tutto di esprimersi contro questa provocazione, alle autorità competenti di vigilare ed individuare ed intercettare per tempo gli autori di questi atti, ed al Comune di verificare la completa rimozione di quei manifesti ed affiggere al loro posto e proprio come Comune la stampa della XII Disposizione Transitoria Finale della Carta Costituzionale e normative ad essa collegate. Sarebbe un piccolo ma importante atto di “riparazione”; rinnovare il riconoscimento della Storia di Resistenza della nostra città già insignita per questo valore».

La condanna dell’ANPI

Per l’Anpi di Busto Arsizio «i toni ambigui dei manifesti non attenuano la gravità del fatto», ricordando che «il 28 ottobre 1922, con la complicità del re Vittorio Emanuele III, iniziava il regime fascista i cui tragici sbocchi furono le leggi razziali del 1938, preludio alla collaborazione del regime fascista allo sterminio del popolo ebraico da parte dei nazisti» e a tutto quello che ne conseguì fino alla Liberazione. «Una ricorrenza infausta – la definisce l’Anpi – i manifesti affissi oggi sono inaccettabili. E risultano anche oltraggiosi perché esposti nella via dedicata a Don Giovanni Minzoni, un parroco del ferrarese che, nel 1923, venne barbaramente ucciso a bastonate da squadristi fascisti».

Il giorno dopo arriva il Pd

Sabato 29 ottobre arriva anche il commento del circolo del Partito Democratico di Busto Arsizio che esprime ferma condanna per l’affissione abusiva di manifesti commemorativi della ricorrenza della marcia fascista su Roma. «L’episodio, avvenuto ieri nel pieno centro cittadino della città medaglia di bronzo per la resistenza al regime fascista, non può passare sotto silenzio. All’amministrazione, che è intervenuta per rimuovere i manifesti, chiediamo di condannare, senza se e senza ma, tale gesto di richiamo al periodo più buio della storia del nostro paese. Il gruppo consiliare del Partito Democratico ha quindi presentato una richiesta al Sindaco tesa ad accertare le responsabilità individuali e collettive e a condannare l’episodio».

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